SIMULACRI PANDEMICI – LA MALATTIA E LA SUA RAPPRESENTAZIONE (di Davide Cavaliere)
La pandemia non esiste. Esiste solo il racconto della pandemia. Baudrillard avrebbe parlato di simulacro di simulazione, fondato sull’informazione, sulla sceneggiatura e il progetto di controllo totale. Non è il virus a circolare, ma il pettegolezzo “competente” attorno al bacillo.
Gli italiani amano questa malattia. Non c’è altro modo per spiegare la proliferazione maniacale delle notizie a tema sanitario. La popolazione ama lo stato d’assedio che vive. L’emergenza – se è lecito usare questo vocabolo – ha permesso a molti di poter giocare un ruolo, come a teatro: l’esperto, il responsabile, il controllore, l’ottimista, il medico mancato, l’eroe. Ha fornito un “senso” a molte esistenze.
La pandemia ha assunto i tratti di un’avventura, di una recita che deve durare il più a lungo possibile – the show must go on. Sono tanti, troppi, quelli che temono la fine della commedia virologica, preoccupati di dover tornare alla loro vita di sempre; a quel vuoto che il virus ha riempito di emozioni e peripezie vaccinali.
La massa ama questo “pericolo” biologico perché è un rischio minimo. La pandemia non turba ed emoziona come uno spettacolo, ma proprio perché è una messa in scena, come la tragedia secondo Aristotele.
Come ben sapeva lo Stagirita: “Noi proviamo piacere a vedere le immagini le più precise delle cose la vista delle quali è dolorosa nella realtà, come gli aspetti di animali i più ripugnanti e dei cadaveri”. Gli spettatori della pièce de théâtre medica provano piacere ad assistere alla messa in opera della pandemia perché, in fondo, sanno di assistere a una simulazione.
Ecco spiegata, forse, l’adesione immediata alla narrazione, alle norme, all’igienismo di stato. Il Leviatano terapeutico ha fornito un senso e un varietà.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”.