L’EDITORIALE – QUESTE DONNE, PRESUNTE “MODERNE” (di Davide Cavaliere)
Le mediocri cantanti Elodie e Madame, balzate all’onore del pettegolezzo nazionale dopo le loro esibizioni sanremesi, incarnano, alla perfezione, la donna moderna. Infatti, sono intollerabili e scontate.
Prendiamo Madame, diciannove anni e una insopprimibile voglia di ammorbare il prossimo con le sue preferenze sessuali: “Sono bisessuale, attratta sia da donne che da uomini. Scelgo a seconda di come mi sento“. E dunque? Leggendo talune affermazioni, viene spontaneo chiedersi chi voglia scandalizzare con confessioni così banali e in linea coi tempi. Dichiararsi bisessuali è di moda. Per essere davvero trasgressiva dovrebbe dire, almeno, “sono coprofila” o abbandonarsi ad ambigue dichiarazioni sulla pedofilia – come fece, anni fa, Aldo Busi al Maurizio Costanzo Show –, ma niente di tutto ciò avviene e Madame si dice “bisessuale” e lo fa in perfetta aderenza all’imperante conformismo della ribellione.
La rapper ha cantato a piedi nudi e dichiarato che ama camminare senza scarpe, perché vuole “sentire la terra sotto di sé“. Che candore! Insomma, la nostra “donna libera” è anche un po’ seguace di Greta e di altre amenità tardo-hippie. Magari, abbraccia gli alberi e segue una dieta vegana. Suvvia Madame, puoi fare o dire qualcosa che non sia noiosamente adolescenziale?
Ma veniamo a Elodie, la meticcia Elodie, la “cazzuta” Elodie. La cantante italo-creola-romana-cosmopolita che vanta – e come potrebbe essere altrimenti? – un “passato difficile”. Avere un passato burrascoso è, ormai, anch’esso, un cliché.
La diva dal “passato difficile” ha detto di sé: “Solo sul pianerottolo c’erano spacciatori, gente sessualmente promiscua, alcolizzati, la mia famiglia che non era quella del Mulino bianco“. Viene da chiedere: “dunque, Elodie, sei nata a Sanremo?”.
In queste donne moderne, ben personificate dalle suddette, c’è qualcosa di inutilmente aggressivo. Tutto, in loro, è teso a trasmettere l’icona della “donna con le palle”, collocabile a metà strada tra la femminista nevrastenica e l’arrivista cinica.
Quelle come Elodie e Madame possono scoprirsi quanto vogliono, mettere in mostra seni e cosce, ma il loro erotismo è divorato da quella infinita sequela di “io sono”, “io faccio”, “io mi affermo” e dalle fanfaronate sui costumi sessuali.
Il pudore, stigmatizzato come “chiusura mentale”, è il motore dell’eros. In loro non c’è traccia di sensualità, ma solo una manifesta (e noiosa) pornografia. Ecco il dramma delle donne “emancipate”: hanno barattato la loro unicità femminile per “le palle”, diventando brutte parodie degli uomini.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”.