AVETE ROTTO IL C… CON L’ASTERISCO DELL’INCLUSIVITÀ (di Massimiliano Costantino Esposito)
I Collettivi Universitari, in pieno Covid, occupano la Facoltà di Lettere a Napoli, esprimendo, in un comunicato stracolmo di “x”, le loro posizioni e la piacevole, quanto attentissima, elisione fiera di ogni maschilità congenita di linguaggio. Direi una gran vittoria ed una bella soddisfazione per l’attento lettore. Passi da gigante che fanno intimidire globalizzazione e Fondo Monetario Internazionale, un po’ in tutti i meandri dell’emisfero.
Giustappunto, facciamo l’esempio di un nome proprio casuale: Andrea è maschile o femminile? Dovrei renderlo ibrido, neutrale, inerte per non suscitare rigorose sommosse o interpellanze parlamentari da parte di categorici esponenti politici che poi, nella zuffa, dimenticano le delocalizzazioni e gli operai metalmeccanici.
Tornando a noi, quel despota reazionario plutocratico di Dante insieme alla grammatica italica, prevedevano questa ingiustificata ed orribile pratica della mascolinità del plurale, casus belli di tale fondamentale guerra revisionista del linguaggio scritto. In questo turbinio estremo di caccia allo stregone maschilista, di stampo bastigliano ma col politically correct sinistrorso nel sangue, barcamenandosi tra i meandri dei sensi di colpa terzomondisti dell’occidente opulento e schiavista. Un sontuoso attacco al macho, già di per sè in difficoltà e con un senso di autodistruzione identitario che è come sparare sulla Croce Rossa. Il tutto condito da una prepotente azione di demolizione del linguaggio tradizionale, accusato di rappresentare una veterolingua patriarcale ed ancestrale.
La promiscuità del “tuttx”, rappresenta la sonnecchiante e dispotica imposizione a rinunciare a priori a qualsiasi condizione stabile di identità definita. Devi rimanere fluttuante, un atomo senza traiettoria che si scontra con gli altri, senza tradizioni, né memoria. Un reset, lento ed inesorabile, traghettato e sospinto dalle derive globali e cosmopolite, verso le fauci acuminate del Mercato. Unico dominus, senza più nemici.
Dalle pendici del Vesuvio, guardo da lontano e non so domani se il Maschio Angioino dovrà ostracizzare se stesso, il suo nome e probabilmente i nostri padri che tale lo concepirono.
Massimiliano Costantino Esposito