CONTRO LA SOCIETÀ IN CUI TUTTO DEVE ESSERE MORALE (di Davide Cavaliere)
“Non c’è più morale, non c’è più etica” borbottano in tanti. Curiosa solfa, non è mai esistito un tempo più moralista di questo. Nemmeno il Seicento controriformista era così attento alla purezza degli uomini e delle loro opere.
Viviamo un’era ipermoralista, le cui perniciose manifestazioni sono il politicamente corretto, l’ecologismo, l’igienismo, l’umanitarismo, il culto della “sicurezza” e della “prevenzione”.
Non esiste tema che non venga tradotto in termini di moralità ed eticità: commercio equo, finanza etica, alimentazione etica, etica pubblica, politica solidale, scelte etiche, marketing etico, mobilità sostenibile, solidarietà tra generazioni, lotta all’odio, comunicazioni sociali…
Tutto – indipendentemente dal fatto che si tratti di economia, educazione, ambiente, immigrazione, sanità pubblica – deve assumere una prospettiva sociale, solidale, inclusiva, umana, “attenta alle sensibilità”.
L’obiettivo è costruire una società nuova e colorata. Una eco-social-democrazia planetaria, all’interno della quale trionfi la “morale senza trascendenza” del presente.
Ogni discorso che non implichi l’accettazione della moralità umanitaria, che non contenga una celebrazione dei “diritti umani” viene demonizzato. I nuovi moralisti sono convinti di incarnare il “Progresso” dell’umanità. Essi si percepiscono come il fine di ogni cammino storico e intellettuale.
La nuova morale è espressione della rinascente “religione dell’umanità”, per la quale ognuno è “solo un umano” che deve essere protetto ed “emancipato” da tutti i vincoli e da tutte le identità.
Il culto empio dell’astratta umanità si accorda con il narcisismo della società dell’immagine, col suo individualismo e il suo rifiuto dei limiti.
La realizzazione di sé attraverso il consumo, il nomadismo, la fuga da ogni responsabilità verso la nazione, la chirurgia estetica, l’aborto, il rigetto del patrimonio culturale ereditato dal passato… è diventata un “valore” e un “diritto” incensato dalla nuova moralità.
L’essere umano autenticamente “etico” sarà universale, meticcio, accogliente, attivo nel difendere il diritto a emigrare, conviviale e inoffensivo.
Dissolvere la proprie radici e uccidere la civiltà occidentale è la missione “morale” della rinnovata fede nell’umanità liberata.
Davide Cavaliere