L’EDITORIALE – UN ALTRO SOCIAL È POSSIBILE – INTERVISTA AI CREATORI DI “SFERO” (di Matteo Fais)
Forse, e sottolineo forse, il nostro futuro social – un futuro a cui anche il più intransigente tecnofobico non potrà dire di no – sarà diverso. Nuove piattaforme sono nate o stanno nascendo. Da qui a cinque anni, nessuno sa cosa potrebbe accadere. Ci auguriamo che i social alternativi si sviluppino e vadano a costituire un’opposizione al monopolio facebookiano con le sue censure e il suo controllo dittatoriale dell’informazione.
Per le informazioni di cui sono in possesso, in Italia, recentemente sono nate due piattaforme. Di una parlerò a breve, l’altra è “Sfero” (https://sfero.me/), un prodotto già avanzato, ma ancora in itinere, che potrebbe rivelarci sorprese. Per il momento, alcuni grandi comunicatori del web, come Matteo Brandi, hanno scelto di postarvi dei contenuti. Ciò fa ben sperare e, in effetti, di una speranza abbiamo bisogno a livello virtuale: la necessità di andare oltre il recinto social entro il quale siamo stati chiusi, con regole da gulag staliniano, è impellente. Per ciò abbiamo sentito gli amici di “Sfero”, e in particolare Daniele Di Luciano, per farvi conoscere il loro progetto. Auguriamoci solo di riuscire a battere il moloch zuckerbergiano.
Perché è nata la necessità di creare un nuovo social?
Siamo convinti che uno smartphone collegato alla rete sia uno strumento potentissimo e, oggi, quasi chiunque ne hanno uno. Come tutti gli strumenti può essere utile o dannoso, a seconda di come viene utilizzato. Gli attuali social, a nostro modesto parere, pur avendo tante funzioni interessanti, non sono orientati principalmente verso il benessere dell’utente. Noi vogliamo crearne uno che possa fare del bene a chi lo utilizzi e quindi a tutta la società. Da anni una società digitale si è affiancata a quella tradizionale. Nonostante siano ben distinte, sarebbe un errore considerarle separatamente. Il virtuale non è meno reale del reale. Sappiamo che il mondo perfetto è utopia. Un social perfetto, invece, è realizzabile. Sfero vuole essere la proiezione digitale di un mondo ideale.
Quali sono le differenze fondamentali rispetto agli altri social come Facebook?
Sfero è giovane e stiamo ancora sviluppando tante funzionalità che invece i grandi social posseggono da anni. Nonostante questo ritardo, Sfero presenta già dei vantaggi. È libero: nessun contenuto legale sarà censurato. È senza cookies: gli utenti non vengono tracciati e spiati in alcun modo. È etico: selezioniamo anche le aziende che vogliono farsi pubblicità. È italiano: paghiamo le tasse in Italia, non in qualche paradiso fiscale. È aperto: i contenuti possono essere visualizzati anche dai non iscritti e condivisi su tutti gli altri social. È ben posizionato: Sfero è presente su Google News e Google Discover per garantire la massima visibilità ai nostri creatori di contenuti.
Perché scegliere Sfero?
Non vogliamo, almeno al momento, che gli utenti abbandonino gli altri social. Crediamo che essi debbano essere sfruttati dagli iscritti di Sfero. In tanti lo stanno già facendo. Pubblicano da noi e poi condividono altrove. Se riusciremo a implementare altre funzionalità (come una moneta credito alternativa, alla quale stiamo lavorando da tempo) e i numeri cresceranno, allora sì che si potrà scegliere solo Sfero e mollare gli altri.Perché? Perché Sfero è una scommessa. Vogliamo creare un social rivoluzionario, per il bene di tutti. Molti lo hanno capito e ci stanno aiutando. Ma, in realtà, non stanno aiutando solo noi. Stanno aiutando anche loro stessi affinché, in futuro, possa esistere un’oasi libera ed etica dove rifugiarsi quando tutte le altre piattaforme riusciranno a sapere pure cos’abbiamo in frigorifero.
Qual è la vostra filosofia sulla libertà di espressione?
La libertà di espressione è la condizione necessaria per tendere alla verità. Se manca questa condizione, tutto ciò che possiamo trovare su un social sarà solo il pensiero di chi decide, dall’alto, cosa si può scrivere e cosa no. Senza libertà di espressione i social sono delle grandi gabbie. Talmente grandi che forse i più miopi potrebbe pure non percepire l’esistenza delle sbarre. Eppure, ci sarebbero e non ci permetterebbero mai di sapere cosa c’è oltre.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.