LE DIMISSIONI DI CONTE: SE IO FOSSI IL NEMICO…(di Franco Marino)
La peggiore tentazione per chiunque commenti i fatti politici è lasciarsi andare alle previsioni. A volte le cose sembrano prendere una piega di un tipo per poi all’improvviso virare e spiazzare persino il più esperto degli osservatori. Se si va a leggere anche solo gli editoriali del 2019, durante il primo governo Conte, oltre ad osservare lo spettacolo deprimente dei tanti commentatori di sinistra che ieri denigravano il presidente del Consiglio per poi oggi portargli la pantofola, ci si rende conto che nessuno degli editorialisti di fama e di grido aveva azzeccato ciò che oggi sta accadendo.
Predire il futuro espone al rischio delle smentite però è anche vero che nessuno leggerebbe un articolo solo per sentirsi descrivere una realtà che, leggendo i social, appare palese.
C’è una via di mezzo che può soddisfare: mettersi nei panni (nelle scarpe, direbbero gli inglesi) del nemico e provare a capire come potrebbe agire. E’ il principio degli scacchi. Non basta conoscere le proprie mosse, bisogna anche prevedere quelle del nemico.
E’ con questo presupposto che si può provare di capire il futuro.
La situazione è chiarissima. Dopo un anno di demenziali lockdown, c’è un’economia a pezzi, un paese ad un passo da una rivolta sociale, un’Europa pronta a spolpare ciò che resta dei risparmi e dei patrimoni degli italiani e serpeggia una crisi che rischia di assumere anche i contorni di una vera “epidemia psicotica”.
In queste condizioni, chiunque si mettesse alla guida del paese, a meno di non disporre della cura per guarire dai suoi mali, rischia nella migliore delle ipotesi di essere stramaledetto, nella peggiore di ritrovarsi a testa in giù. Tantopiù che, come scrivevo nei giorni scorsi, avere il controllo della nave non ha alcun valore se il dio del mare guarda storto il timoniere.
Allora bisogna ragionare dal punto di vista di Poseidone. Cosa vuole questo dio? Appropriarsi delle ricchezze della barca e questo è palese. Il MES, che non è altro che la concessione di aiuti a fronte di garanzie stringenti che colpirebbero risparmi e patrimoni degli italiani, è il palese obiettivo che Poseidone Europa vuole al fine di impadronirsi delle ricchezze della nave Italia. Ma se i passeggeri della nave percepissero che il timoniere è d’accordo con Poseidone, potrebbero ammutinarsi e costringerlo alla resa. In questi casi, la soluzione migliore potrebbe essere affidare la nave ad un timoniere che i passeggeri vedono con favore perchè in questi anni ha sempre contestato i timonieri vicini a Poseidone.
Fuor di metafora, se oggi io fossi Poseidone, fossi il dio del mare e avessi il potere di muovere le acque, direi a Mattarella di sciogliere le camere e andare alle elezioni.
Queste vedrebbero vincere il centrodestra con un’ampia maggioranza, l’incarico presumibilmente verrebbe dato a Salvini che è oggi l’azionista di maggioranza dell’antisistema. Che quindi sarebbe il timoniere della nave.
A quel punto scatenerei una terribile tempesta finanziaria che mostrerebbe non tanto l’inadeguatezza di Salvini come timoniere quanto l’inadeguatezza della nave. Che peraltro è stata costruita nel 1948 per non essere pienamente governabile, come era ovvio che fosse per un paese che aveva perso una guerra. In questo modo, vedendosi perso, il timoniere non avrebbe altra scelta che piegarsi ai diktat di Poseidone al fine di calmare le acque. I timonieri predecessori potrebbero godersi la scena e scaricare tutta la responsabilità della crisi sulle destre, sparando le loro consuete supercazzole contro il capitano della nave per poi riprendere il controllo dell’imbarcazione e consegnare placidamente le ricchezze dei passeggeri a Poseidone.
Interpretando dunque le mosse del nemico, si può intravedere una possibile chiave di lettura degli sviluppi futuri. Gestire la crisi sarebbe unicamente responsabilità del centrodestra che raccoglierebbe semplicemente l’eredità di un anno di follia ma che verrebbe visto come inadeguato dagli elettori.
E questo potrebbe – dico potrebbe – significare che l’unico vero sbocco sia che si vada alle urne. Poi è chiaro, Poseidone potrebbe avere altre idee e una strategia migliore della mia.
Quello di cui sono sicuro è che l’unica speranza è che ci salvi un Dio che abbia interessi diversi da quelli di Poseidone.
Se è il Padreterno, meglio ancora.
FRANCO MARINO