COSA ASPETTARSI DA BIDEN (di Franco Marino)
Predire il futuro è un pessimo affare. Non soltanto si tratta di una cosa impossibile, ma neppure il mito è ottimista. Il mestiere non ha portato bene a Laocoonte, a Cassandra e a Tiresia. Tuttavia, se si è curiosi, se non si hanno grandi pretese e se si gioca col futuro come un cane con un elefante, allora ci si può chiedere come andranno a finire certe vicende.
Così, mentre molti predicono un futuro con Biden presidente caratterizzato da cataclismi, stragi di massa, satanismo e pedofilia di stato, forse più utile può essere rimanere con i piedi per terra, ancorarsi al buonsenso e partire dai fondamentali. Primo tra i quali che tifare per la vittoria di un candidato politico straniero solo perchè condivide i nostri valori non è mai una mossa intelligente.
Quando quattro anni fa Trump vinse le elezioni, personalmente non fui contento. Non perchè fossi diventato di sinistra – le mie posizioni sono persino più a destra di Trump – ma perchè guardavo la cosa dall’ottica di italiano e dunque interrogandomi sulle conseguenze per il mio paese.
Il vizio di identificare in un leader straniero un cavaliere bianco non è nuovo nella rete. Prima di Trump, il ruolo di salvatore dell’umanità era tributato a Putin nei confronti del quale si era sviluppato un imbarazzante culto della personalità. Attraverso un diluvio di meme che ci mostravano Putin che cavalcava un destriero a petto improbabilmente – data l’età avanzata e il clima russo poco accogliente – nudo e scolpito, dichiarazioni più o meno grossolanamente attribuite – che non appartengono non solo al suo stile ma soprattutto ai suoi interessi – il sovranismo cibernetico si era sinceramente convinto che l’Italia sarebbe stata salvata dal cavaliere bianco di San Pietroburgo e la rete si era riempita di avvenenti filorusse unicamente protese a vendere agli ambienti sovranisti l’immagine di Putin come di leader delle destre europee, compresa una deficiente italorussa di Fratelli d’Italia che riuscendo nell’impresa di rimanere seria disse “Giorgia Meloni è la Putin italiana”.
Con la vittoria di Trump e dunque l’imposizione dell’agenda Bannon, tutto questo è scomparso, gli influencer filorussi hanno diminuito di molto la propaganda putiniana, senza che il sovranismo abbia guadagnato nulla.
Resto un fautore di un’alleanza strategica tra paesi europei e la Russia che converrebbe ad entrambi, per tantissime ragioni. Ma questa è una mia personalissima convinzione: Putin potrebbe pensarla diversamente e la sua disponibilità di informazioni oltre alla sua autorevolezza, ovviamente schiaccerebbero qualsiasi mia teoria. Di certo, non mi sono mai illuso che Putin fosse il salvatore intenzionato a liberare gratis l’Europa. Questo può crederlo solo un cretino. Putin, nella grande Gomorra globale, è – e non può non essere – semplicemente un grande boss, per il quale si può anche, come nel mio caso, provare un’istintiva simpatia umana e una grande stima, rimanendo incantati dall’aver riportato la Russia dai rischi di balcanizzazione al ruolo di potenza continentale. E col quale si può anche stringere qualche accordo. Ma senza aspettarsi nulla di gratuito e sempre tenendo presente l’iconica scena di Gomorra quando Salvatore Conte prima abbraccia Danielino e dopo un secondo con una pistolettata gli fa un buco in fronte. Inutile farsi illusioni. I boss della politica internazionale sono normalmente molto più educati di quelli di Gomorra, parlano inglese e non l’oscuro idioma di Secondigliano. Ma sono anche molto più immorali e spietati.
E’ con questo spirito che mi chiedo cosa accadrà nel mondo con Biden presidente.
Come dicevo in premessa, non mi aspetto cataclismi, per varie ragioni.
La prima è che i presidenti USA – e l’esperienza di Trump lo conferma – sono l’elemento meno importante del sistema americano che è, in realtà, una tirannia plutocratica. Di conseguenza, Trump o Biden, chiunque governi deve rendere conto a questa tirannia, salvo che non voglia disarcionarla con la forza.
La seconda è che Biden è diventato il presidente di metà degli Stati Uniti, quelli che lo hanno votato. L’altra metà è convinta di trovarsi di fronte ad un impostore che ha rubato la vittoria truccando le elezioni. In buona sostanza, il vecchio Joe sarà il presidente di una polveriera. E dunque sì, potrà anche essere un pedofilo, un molestatore, un delinquente. Ma certamente per essere dov’è, sicuramente non è uno stupido. Sarebbe da folli se Biden governasse contro gli elettori di Trump, moltissimi dei quali aspettano solo un pretesto per rivoltarsi.
Infine, un’eventuale recrudescenza dello spirito interventistico americano non sarà priva di conseguenze. Se Putin in questi anni ha allentato i suoi rapporti con i sovranismi europei – peraltro da lui mai presi sul serio – è anche perchè diversamente dai suoi predecessori, Trump ha sempre mostrato se non amicizia, quantomeno una non pregiudiziale ostilità nei suoi confronti. Putin, visto dai sovranisti come salvatore della patria, è sempre stato riluttante ad intervenire in soccorso degli alleati. E se ciò è avvenuto, come in Siria, non è certo stato per motivi umanitari ma solo perchè la cosa riguardava gli interessi vitali del suo paese.
Tuttavia, di fronte ad un Biden che mostrasse il volto di un’America aggressiva, le cose potrebbero cambiare. Putin potrebbe decidere di aiutare i sovranismi europei in chiave antiatlantica e antieuropeista, con conseguenze che per gli americani sarebbero semplicemente catastrofiche ma che aprirebbero interessantissimi scenari per noi europei. Purchè si sia consapevoli che il giuoco delle alleanze all’alleato più debole conviene sempre e solo quando è più intelligente di quello più forte.
Quindi, più che la petalosa palingenesi da molti temuta, mi aspetto semmai le solite cretinate made in Left già viste con Obama. Il solito ecologismo d’accatto con Greta riscongelata per l’occasione, lockdown a manetta, le minoranze al centro del dibattito pubblico, mentre la maggioranza crepa di fame. Tutte cose che faranno odiare Biden dalla piccola e media impresa, per poi tra quattro anni assistere alla vittoria di un simil Trump.
Niente che mi susciti preoccupazioni maggiori di quante ne avrei avute se avesse vinto l’ex-presidente. Perchè entrambi sono nient’altro che due facce di una medesima medaglia: un impero che ha vissuto per decenni sopra le sue possibilità e che ormai appare in netto e forse irreversibile declino. E perchè nessuno dei due, come timoniere, per citare l’articolo di ieri, può pensare di governare una nave se quelli che comandano il mare decidono di affondarli. A meno che uno dei due non decida di scalzare Poseidone dal comando delle acque. Allora il discorso cambia e questo articolo non avrà più senso.
FRANCO MARINO