JOE BIDEN, IL CAPO DELLA NUOVA SINISTRA RADICALE AMERICANA (di Davide Cavaliere)
L’era Biden è iniziata con uno stucchevole spettacolo in una città blindata e igienizzata. Più che un giuramento presidenziale, è sembrato un varietà colorato o una sfilata di moda. Il Campidoglio appariva come un gigantesco palcoscenico allestito interamente per un musical dei Democratici. Biden è salito sul podio, su una tribuna vuota, e ha tenuto un discorso più vacuo di quello di una modella: tanta melassa, tanta fratellanza e innumerevoli appelli all’unità. Ha evocato la democrazia, il neopresidente, ma lo ha fatto in una fortezza sigillata e ricolma di soldati.
Nonostante il continuo e farsesco richiamo alla pace sociale – che i Democratici hanno minato soffiando sul fuoco delle rivolte scatenate dai Black Lives Matter e demonizzando Trump e i suoi sostenitori –, il nuovo Presidente si appresta a imporre l’agenda politica della sinistra radicale, ben rappresentata dalla sua vicepresidente, Kamala Harris.
Gli ordini esecutivi firmati da Biden sono l’espressione di un partito moralmente in bancarotta, politicamente tirannico ed economicamente distruttivo, in grado di impostare il corso di un’intera nazione e metterla sulla strada del disastro.
Moralmente in bancarotta perché istituzionalizza le follie politicamente corrette della “cancel culture”. La nuova amministrazione ha già provveduto a rimuovere il busto di Winston Churchill dallo Studio Ovale, prontamente sostituito con quelli degli eroi del movimento per i diritti civili dei neri: Rosa Parks, Robert Kennedy, Eleanor Roosevelt e Martin Luther King. Un favore fatto ai militanti antirazzisti di BLM e Antifa, che da tempo hanno preso di mira la figura di Churchill per il suo “razzismo” e “colonialismo”.
Politicamente tirannico perché intende riscrivere la storia e punire i conservatori. Va in questa direzione la scelta di abolire la neocostituita “Commissione 1776”, volta a preservare la storia nazionale nei programmi scolastici. Al suo posto, Biden ordina alle autorità scolastiche di sviluppare programmi educativi improntati all’uguaglianza razziale e di genere.
La sinistra, inoltre, sta pianificando di “rieducare” e “riprogrammare” i sostenitori di Trump, mentre altri vogliono “commissioni per la verità” e la “riconciliazione” in stile sudafricano, con l’intento di epurare dalle istituzioni pubbliche i sostenitori di Trump e i repubblicani che hanno avanzato la tesi dei brogli elettorali. Come ha affermato il commentatore politico Tucker Carlson: “nel Partito Democratico nessuno sembra felice. Invece di gioire per la vittoria, stanno tramando vendetta contro le persone che hanno appena battuto. Stanno pensando a nuovi modi per ferire, umiliare e degradare i loro oppositori politici, rendere loro impossibile lavorare, gettarli in prigione e distruggere le loro vite”.
Economicamente distruttivo poiché il ritorno degli Stati Uniti d’America nell’accordo sul clima di Parigi avrà effetti depressivi sull’economia. Il Trattato impone agli Usa di ridurre entro il 2025 le emissioni di gas serra del 26-28 per cento rispetto ai livelli del 2005. Gli imprenditori energetici dovranno affrontare costi enormi di riconversione ecologica, in un periodo in cui sono già in grave crisi a causa della pandemia. La prima vittima, ormai accertata, del “gretinismo” di Biden, è l’oleodotto strategico Keystone XL, lungo la costa occidentale, duramente contestato da ecologisti e associazioni di nativi americani, che Trump aveva ignorato. Biden ha promesso di voler vietate, progressivamente, la produzione energetica da energie fossili, mettendo a rischio tutta l’industria petrolifera e carbonifera.
Anche le politiche sanitarie e favorevoli all’immigrazione mineranno lo sviluppo economico e il benessere dell’America. Proprio mentre una nuova “carovana” partita dall’Honduras muove verso i confini statunitensi, Biden ordina lo stop della costruzione del muro al confine col Messico, l’abolizione del divieto di accesso da sette Paesi musulmani considerati a rischio terrorismo (Muslim ban) e l’abrogazione delle misure restrittive sull’immigrazione. L’obiettivo, più volte enunciato, è quello di regolarizzare gli undici milioni di immigrati clandestini presenti negli Usa.
Biden renderà obbligatoria la mascherina negli uffici federali e farà pressione sugli stati affinché pongano in essere dei “lockdown” locali, minando ulteriormente il sistema economico americano.
Il nuovo presidente non è affatto un conciliatore, bensì una marionetta nelle mani della sinistra più estrema e biliosa.
Davide Cavaliere