L’EDITORIALE – “GENITORE 1” E “GENITORE 2”? MA MI FACCIA IL PIACERE! (di Andrea Sartori)
Nel pieno di una crisi di Governo e di un disastro economico, in mezzo a ministri pazzi che vogliono distruggere l’economia nazionale per “tutelare la salute” – o vendere tutto ai loro padroni cinesi –, ecco che arriva l’ideona della Lamorgese: sostituire, sui documenti, le parole “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2”. Cazzo, se ne sentiva davvero il bisogno.
Va detto che tutto questo, come al solito, arriva da Oltreoceano. Quell’altro fenomeno di Nancy Pelosi, una signora che gronda amore e democrazia da tutti i suoi artigli, vorrebbe abolire non solo le parole “padre” e “madre”, ma pure tutti i gradi di parentela. Gli scettici ridano pure, ma tutto questo fa venire in mente le parole di Suor Lucia di Fatima quando disse che l’ultima battaglia sarebbe stata quella contro la famiglia.
Qual è il senso? Un giorno vedremo abolita la canzone Father and son di Cat Stevens, o verrà tramutata in Parent 1 and child, secondo il sogno della Pelosi? Non so se l’autore, che ora si fa chiamare Yusuf Islam ed è piuttosto conservatore, accetterebbe. Oppure riscriveremo quel capolavoro di Bohemian Rhapsody, perché Freddie Mercury cantava a squarciagola “Mama mia”? Riusciremo a far fare la figura dell’omofobo pure al non esattamente etero cantante dei Queen? Ovviamente, le preghiere andranno abolite. “Santa Maria, genitore 2 di Dio, prega per noi peccatori”. E qui mi fermo, che dopo l’eresia del Padre Nostro – prossimamente Genitore 1 Nostro – non vorrei suggerire altre idee a Papa Francesco, che di guai ne combina già abbastanza da solo.
Che poi, anche facendo così, il tutto suona decisamente ridicolo. Inclusiva la dicitura genitore 1 e genitore 2? Ma la parola “genitore” è maschile. Inoltre, si forma una gerarchia: qual è l’1 e quale il 2?
Ora, questa cosa è stata pensata per essere inclusivi verso i genitori omosessuali. Ma lasciatemi sfidare la legge Zan e la lobby delle lobbies: i genitori omosessuali non esistono.
La parola “genitore” deriva dal verbo latino gignere che significa generare. Ma, pure senza andare al latino, si sente che la parola ha la medesima radice. Ancora peggio con l’inglese e il francese che hanno in comune la parola parents, derivante dal verbo latino pario che significa partorire.
Mi spiegate come fa una coppia omosessuale a generare o partorire? Persino quando si parla di genitori single, c’é di mezzo uno che ha partorito: o la madre single, o la ex moglie o compagna del padre single. Poi certo, ci sono i genitori adottivi. Che sono di fatto patrigno e matrigna. Ma anche il bambino adottato qualcuno l’ha partorito. E il parto è il risultato dell’unione dello spermatozoo con l’ovulo. A parte un solo caso nella storia che ha visto però l’intervento divino, di lì non si scappa. Si chiama biologia.
In realtà, tutto questo prelude a una serie di crimini contro l’infanzia. Il progressismo, quanto ad amore per essa, è una specie di incrocio tra Erode e il comunista che mangia i bambini. Questi ultimi sono visti come un affare, un giocattolo da vendere a miliardari orecchioni come Elton John o Nichi Vendola, gente che avrebbe bisogno di una bella psicoterapia per capire che i bambini non li può avere, come illustrato dai Monty Python nel celebre, e oggi improponibile, sketch di Loretta tratto da Brian di Nazareth. Ma qui siamo alla follia, per cui si mette alla gogna J.K. Rowling per aver sostenuto una cosa banalissima: solo le donne hanno il ciclo.
Il problema è che tale giro d’affari è un crimine contro l’Umanità bello e buono, in cui donne di Paesi poveri sono ridotte a fattrici di bambini per conto terzi, mentre lo stesso infante, strappato appena nato alla madre, subisce un trauma che lo segnerà per la vita. Mamma è la prima parola che un bambino dice e ogni bambino riconosce immediatamente la sua. L’abolizione della parola madre è l’atto più contronatura che si possa pensare.
Dietro questa apparente scemenza di genitore 1 e genitore 2, c’é invero qualcosa di più inquietante. Non dimentichiamo che siamo nel Paese di Bibbiano e del Forteto, dove questi orrori sono stati compiuti, anche se si cerca di insabbiarli e derubricare a pazzi complottisti chi li denuncia.
Per quanto mi riguarda, io correggerò ogni documento con la dicitura “genitore 1” e “genitore 2”. Se io sono omofobo, lo è anche Madre – vedete, anche qui – Natura. Provate ad arrestare la Natura in nome della Zan-Scalfarotto.
Andrea Sartori
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L’AUTORE
Andrea Sartori è nato a Vigevano il 20 febbraio 1977. Laureato in Lettere Antiche presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha vissuto a Mosca dal 2015 al 2019 insegnando italiano e collaborando con l’Università Sechenov. Attualmente collabora presso il settimanale “L’Informatore Vigevanese”. Ha pubblicato con IBUC i romanzi Dionisie. La prima inchiesta di Timandro il Cane (2016) e L’Oscura Fabbrica del Duomo (2019) e, con Amazon, Maria. L’Eterno Femminino (2020)