Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

I LAUREATI DI OGGI SONO CRETINI (di Franco Marino)

Quando ho scritto su Facebook che le persone migliori che ho conosciuto, le più intelligenti, geniali, non sono laureate, mi aspettavo effettivamente che qualcuno, specie se laureato, se ne risentisse. La mia era una provocazione che non è stata colta ed è stata infatti usata da qualcuno contro di me.
Chi mi ha scritto: “Ecco, il classico asino che non si è laureato e che dunque gioca alla volpe e l’uva”, chi forte dei suoi studi mi ha spiegato come la laurea sia importantissima.
E già queste obiezioni, tipiche di chi non sa andare oltre l’apparenza del discorso, mostrano il vero punto della questione: la laurea è un attestato di competenza, non di cultura nè di intelligenza nè di genialità. E al riguardo, andrebbero chiarite alcune cose.

Punto primo, la laurea io ce l’ho. Non l’ho presa con chissà quale brillantezza nè l’ho presa rispettando i tempi. Mi sono laureato in giurisprudenza con diversi anni di ritardo, con voti non eccelsi (ma neanche malvagi, 96/110 è un voto senza lode ma senza neanche infamia) ma questo benedetto pezzo di carta l’ho preso e fa il paio con un diploma di maturità classica, presa con un dignitoso 83/100 e una licenza media presa con “Distinto”.
Ho frequentato dunque per ben più di vent’anni il mondo scolastico a sufficienza per capire le seguenti cose e cioè che avrei potuto fare di più, molto di più (diplomarmi con 100, laurearmi con 110 e lode) se avessi fatto le seguenti cose che ho sempre rifiutato di fare.

  • Sacrificare l’intera mia vita allo studio. Invece ho fatto anche altre esperienze, tipo imparare un mestiere che non ha nulla a che fare col mio percorso di studi. Ma che amo alla follia. Questo ha tolto anni alla mia formazione universitaria. Ma mi ha risparmiato la noia mortale che vivono molti studenti.
    Nel mio caso vale perfettamente quel detto che pensavo retorico e banale ma che nel mio caso si adatta alla perfezione: fai il lavoro che ti piace e non lavorerai un giorno della tua vita. Quando mi metto al tavolo a lavorare, io mi sento felice.
  • Adeguarmi ai conformismi della massa. Invece ho sempre pensato con la testa mia e l’ho pagata cara al liceo quando fui mobbizzato e costretto ad andarmene perchè non avevo seguito i miei compagni nella loro folle pretesa di occupare per un mese la scuola con il fantomatico sciopero. Peraltro appoggiato dai professori stessi. A riguardo di costoro, si apprende ben presto che non sono quei detentori di sapere che amerebbero far pensare di sè ma burocrati inutilmente pomposi e arroganti.
  • Studiare i riassunti dei libri preferendo invece studiare direttamente l’autore, col risultato che quando andavo alle interrogazioni e agli esami, sapevo alla perfezione il pensiero dell’autore ma non quello dei libri di testo che spesso sono riassunti mutilati. Una curiosità giusto per ridere un po’. Nell’Iliade sono descritte le pratiche sessuali intercorrenti tra Andromaca ed Ettore. Certo, non è un particolare rilevante nè è il caso più palese di mutilazione e poi è letteratura non sessuologia. Ma mi viene da pensare a questo esempio quando rifletto su come molte cose che studiamo, persino quando tratte da testi che si dicono originali, ci arrivino mutilate da qualche mediatore. Di questo, nell’Iliade studiata al liceo, non vi è traccia.
  • Leccare i piedi ai miei professori liceali e universitari, preferendo sempre pensare con la mia testa, studiare direttamente i codici e non la semplice “visione della materia del professore”. Laddove invece oggi i professori alluvionano gli alunni con libri di testo scritti da loro stessi che sono finalizzati unicamente a fare cassa con i soldi degli studenti e resi volutamente difficili affinchè gli alunni studino la versione del professore e non invece la materia in sè e dunque il professore possa sincerarsi su chi ha comprato il suo libro e chi no.

E stendo un velo pietoso sul fenomeno delle lauree comprate, di professori che vendono la promozione in cambio di soldi, appaltando la cosa ad assistenti o ad alunni fidati con i quali, dopo essersi accordati sotto banco, si dividono la torta.
Tutte cose che io ho visto personalmente.

In sintesi, la scuola è un universo marcio fino al midollo, corrotto e politicizzato, che invece di formare l’allievo, lo trasforma in uno zombie programmato per dire tutte quelle scemenze che poi formeranno il cretino del domani.
Se a questo si aggiunge che il sistema italiano fa di tutto per stroncare la concorrenza, il mercato, appare chiaro quale sia il vero punto di fondo: oggi la scuola non è che il percorso col quale l’alunno conquista un posto nella burocrazia italiana, col titolo di “dottore” – del quale non mi sono mai voluto fregiare, neanche quando qualcuno cercava di farmi passare per ignorante – che diventa il passepartout per accedere a quella piccola porzione di potere col diritto di abusarne, archetipo dell’italico burocrate.

Di per sè, intendiamoci bene, la laurea è importante, purchè venga considerata per quella che è: un attestato di competenza su uno specifico ramo. Certo non la garanzia di intelligenza e cultura che molti vorrebbero tributargli. E comunque nè la laurea nè la sua mancanza certificano nulla. Se una persona fosse competente in qualcosa solo avendo superato degli esami, non esisterebbero le lauree honoris causa, che peraltro hanno lo stesso valore delle lauree normali. Parimenti, molti laureati spesso diventano tali perchè sanno ungere i meccanismi giusti, al momento giusto. Fingendosi appartenenti a tot partito oppure, se sono avvenenti fanciulle, facendo l’occhio dolce – e non solo l’occhio – al professore porcellone.
La scuola italiana oggi come oggi riempie di istruzioni l’alunno ma non gli insegna ad usare la logica, anzi, specialmente con la recrudescenza antiliberale che stiamo vivendo, fa di tutto per sabotarla, criminalizzando ogni forma di pensiero dissonante e di intelligenza laterale.

Ne deriva che l’istruzione, di qualsiasi tipo, è come il sale nella minestra. Se la minestra è buona, il sale la insaporisce ma la minestra già sarebbe buona di suo. Se invece la minestra è andata a male, il sale contribuisce solo ad inacidirla ulteriormente.
E’ come se oggi l’istruzione italiana mentre con una mano riempie di tante informazioni inutili, stesse togliendo con l’altra le capacità logiche dell’individuo.
Ormai sono arrivato al punto che se sento qualcuno che è laureato, mi preoccupo. Penso che sia stato corrotto da un’associazione mafiosa finalizzata alla riduzione delle capacità logiche di un individuo.
Quindi, confermo. Le migliori persone che ho conosciuto, le più intelligenti, geniali, logiche, non sono laureate e in qualche caso hanno a malapena la terza media. Niente può allenare l’intelligenza, l’apertura mentale se non un costante esercizio di critica e autocritica.
Tutte cose che questa classe dirigente di criminali sta cercando di distruggere.

FRANCO MARINO

Un commento su “I LAUREATI DI OGGI SONO CRETINI (di Franco Marino)

  1. Ho avuto a che fare con un ingegnere della Ducati. Io, con la mia miserabile terza media, gli ho dovuto spiegare come regolare il termostato della caldaia da riscaldamento. Non capiva neanche i simboli del passaggio da estate a inverno. E aveva il libretto delle istruzioni. Ne avrei da raccontare sulla mancanza di capacità logica dei laureati…

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