L’EDITORIALE – L’ESODO DA FACEBOOK SERVIREBBE A BEN POCO NEL CONTRASTO ALL’IDEOLOGIA PROGRESSISTA (di Davide Cavaliere)
In tanti vorrebbero abbandonare i social media tradizionali per quelli alternativi: Parler e MeWe.
Tentazione comprensibile, di fronte alla censura messa in atto dalle aziende di Zuckerberg. Ritengo, però, che tale scelta sarebbe un errore. Le ragioni sono due: la prima è che tale spostamento non avrebbe altro effetto che quello di ghettizzare ulteriormente le posizioni conservatrici, relegandole in spazi chiusi e ancora poco utilizzati. Un esodo da Twitter e Facebook di coloro che non sono allineati al progressismo sarebbe una vittoria per le due piattaforme, che si libererebbero senza colpo ferire degli utenti indesiderati. I due social media potrebbero così rafforzare il controllo politico dei contenuti.
La seconda ragione riguarda il potere economico delle piattaforme social. L’universo digitale è controllato da una oligarchia, sempre più piccola, di aziende interconnesse che possono agire di concerto per sopprimere chiunque e ovunque.
Apple ha già rimosso la piattaforma Parler dal suo App Store, e similmente ha fatto Google dal suo Play Store per gli Android, sostenendo che questa non avrebbe implementato delle sufficienti politiche di “moderazione”.
In futuro, aziende come Google o Facebook potranno acquisire MeWe e imporvi i loro “standard della community”, con annessa censura dei contenuti indesiderati.
È impossibile sfuggire all’occhio totalitario dei colossi della tecnologia. Bisogna sfruttare tutti gli spazi per contrastare l’egemonia progressista e inondare la rete di contenuti non sottomessi alla propaganda ufficiale. Social come Parler e MeWe possono andare bene per secondi profili, ma i conservatori devono muovere guerra sulle piattaforme più comuni.
Nonostante le difficoltà crescenti, bisogna aggirare la sorveglianza e conquistare nuovi spazi digitali. La fuga verso social network di nicchia è deleteria e aumenterà il potere delle aziende della Big Tech.
Bisogna mantenere le posizioni e contrattaccare l’ideologia progressista ovunque, nella vita reale e in quella virtuale.
Davide Cavaliere