TRUMP, CONTE E RENZI, TRA LA POLITICA AMERICANA E IL WRESTLING ITALIANO (di Franco Marino)
Sono stato come molti bambini un appassionato di Wrestling e tuttavia ho avuto un nonno che, da discreto peso medio quale fu in gioventù, fu tempestivo nello svelamento del segreto di Pulcinella che in realtà quelle botte da orbi fossero del tutto finte, viceversa nove volte su dieci i duellanti si sarebbero ritrovati col collo spezzato.
E pur tuttavia, avvertiti di questo, il wrestling lo si guardava lo stesso volentieri perchè era qualcosa di mezzo tra un reality e un cabaret, senza alcuna pretesa di credibilità.
Ricordo – e sicuramente se lo ricorderanno anche gli appassionati – un memorabile quanto surreale incontro tra due assi, uno storico, un pluricampione come Gene Bollea, meglio noto come Hulk Hugan e Ultimate Warrior, più giovane ma ugualmente bravo. Ne nacque una sfida surreale dove ad un certo punto l’arbitro colpito da qualche botta, cade svenuto.
A quel punto, in qualsiasi sport normale, la sfida verrebbe interrotta e invece proseguì con Hulk Hogan campione in carica che “schienò” l’avversario, contandosi da solo fino a tre. Più volte. Ad un certo punto l’arbitro “resuscita” e l’inerzia della gara si sposta sull’avversario che alla fine vince, stavolta col beneplacito dell’arbitro, con Hulk Hogan che invece di arrabbiarsi, abbraccia l’avversario. Una memorabile lezione di sport se non fosse che era ovviamente tutto finto.
La politica italiana ha dinamiche molto simili, teatrini non meno surreali – vi ricordate tutta quella querelle tra Franco Marini, Francesco Marini, quella ridicolaggine di quando nel 2006 si doveva eleggere il presidente del Senato? (con Andreotti che per l’occasione, con la sua solita ironia, parlò di “franceschi tiratori”) – ma una pretesa di credibilità che è inevitabile ancorchè fastidiosa. Inevitabile perchè dalle sue decisioni dipendono le sorti di milioni di cittadini e fastidiosa perchè ogni giorno assistiamo allo spettacolo che Berlusconi – quando era ancora Berlusconi – definiva il teatrino della politica.
Della bagarre tra Renzi e Conte importa poco perchè sono solo dei figuranti. Anche a voler credere che non sappiano di essere eterodiretti, nelle loro azioni non c’è niente che riguardi l’interesse nazionale. Uno è in piedi perchè deve sopravvivere con un partito che oggi nelle intenzioni di voto non supera il 3% e l’altro pur di rimanere al governo venderebbe anche la mamma, casomai fosse ancora in vita, viceversa tornerebbe al suo destino di professorino di diritto costituzionale.
L’Italia, sembrano capirlo in pochi, è come gran parte dei paesi europei un protettorato americano. Dunque se si vuole avere una chiave di come si evolverà il futuro, bisogna andare negli USA.
La vicenda di Trump e Biden, dopo un’iniziale interesse, ho smesso di seguirla. Non perchè non la ritenga importante – chè anzi credo che sia decisiva per le sorti di tutto l’Occidente – ma perchè essendo alluvionato da notizie false di ambo i lati, da chi ritiene che Trump sia stato confermato – “ma i media non ce lo dicono!” – e chi invece già parla di Biden come presidente, ignorando che in atto vi è una controversia, l’unica possibilità è rimanere alla finestra a guardare come evolverà la situazione, tantopiù se, a prescindere da chi vinca, si sa già che andrà a finire male.
Quando una mia amica, nonchè saltuaria collaboratrice di talento del Detonatore, mi chiese se per caso Trump non stesse esagerando e non abbia invece effettivamente perso, io le risposi che indipendentemente da chi abbia effettivamente vinto, lo scarto dei voti è talmente esiguo e la differenza antropologica tra l’Alt Right di cui Trump è espressione e la sinistra liberal di Biden è tale che sia che vinca l’uno o vinca l’altro, l’America è a due passi da una guerra civile.
Non ha dunque senso seguire oltre gli sviluppi della vicenda. Sia quel che sia, c’è in America una destra che è pronta a dichiarare guerra se Biden vincerà e c’è una sinistra pronta a fare altrettanto se Trump uscirà vincitore. E in chiunque dei due subentrasse una sorta di “senso di responsabilità”, verrebbe comunque travolto da leader se possibile ancor più estremisti, disposti ad aprire il fuoco.
L’unico posto dove c’è in atto uno scontro politico vero è negli USA. In Italia i politici sono solo wrestler che reciteranno il medesimo copione che tutti conosciamo: lockdown ad oltranza, tasse, patrimoniali. Fin quando non cambierà il soggetto e il copione.
FRANCO MARINO