CONTE O NON CONTE, DRAGHI O NON DRAGHI, NON CAMBIERA’ NULLA (di Franco Marino)
E’ stato detto da Arendt che la politica è una caratteristica del pensiero estetico. Molto più rozzamente, io l’ho sempre paragonata alla pallanuoto. Sopra le acque, i pallanuotisti si scambiano il pallone e cercano di trovare il varco giusto per tirare in porta ma sott’acqua si svolge quella belluina lotta che rende la pallanuoto uno degli sport forse più aggressivi e nel contempo affascinanti che esistano. E infatti una delle caratteristiche della democrazia moderna è di avere una dimensione estetica, che è quella che vediamo nelle sue estrinsecazioni pubbliche, e un lato nascosto.
Nella moderna dittatura, il tiranno invece di essere sul palco, è dietro le quinte. Per cui le discussioni di questi giorni sulle schermaglie che vedono Renzi contrapporsi a Conte, lasciano del tutto indifferente la persona scafata. Chi si illudeva che l’ascesa al proscenio di Conte cambiasse le cose, è ovvio che sia deluso. Ma solo perchè non si rende conto della situazione. Conte è lì per una ragione ben precisa che lo accomuna a tutti i governi successivi a quello Berlusconi: eseguire il compito di colpire ciò che resta della sovranità italiana. Renzi lo vota – certo facendo finta di voler arginare le esondazioni narcisistiche di Giuseppi – perchè essenzialmente non ha scelta. Se il governo cade, Renzi politicamente è finito. Come del resto lo sarebbe anche Conte. Nessuno dei due ha un peso politico sufficiente a fare da sè. Certo, se Giuseppi avesse un passato nei servizi segreti come Putin, potrebbe – come fece l’originale – farsi cooptare al potere dalla medesima classe politica che voleva distruggere il paese per poi strappare e divenire il Putin che tutti conosciamo. Renzi, che del politico di razza ha senza dubbio moltissime qualità, non ha quelle del politico moderno ossia il calore umano, la simpatia ed è quindi ridotto ai minimi termini.
Ma illudersi che la caduta di Conte, ossia un governo meramente estetico, cambi la sostanza di una politica che, se seguirà questo corso, continuerà così, è del tutto illusorio. E questo a prescindere che dopo Conte ci sia Draghi. Anzi, con Draghi si manifesterebbe nella sua palesità la Troika mentre se cade Conte si rischia di trovarsi uno Tsipras che dapprima farà l’amicone degli italiani e che poi, proprio come l’omologo greco, farà a brani l’Italia “perchè non ci sono alternative”. Naturalmente scusandosi per non aver potuto evitare il tutto.
Il destino di questo paese è segnato perchè segnata è l’agenda nascosta di chi in realtà governa questo paese. Può cambiare solo con una rivoluzione.
Conte o non Conte, Draghi o non Draghi.