L’ORGIA DELL’EURO E DEL MES (di Franco Marino)
Chiedo scusa per la metafora sboccata ma anche chi non ha dimestichezza con i film pornografici saprà cos’è un’orgia. E dato che non sono un fine dicitore, al momento è l’unica metafora che mi viene in mente.
Un’orgia è una sorta di grande ammucchiata nel corso della quale tutti copulano con tutti in un gran carnaio nel quale una donna può nel frattempo aver accontentato i piaceri di tre o quattro uomini i quali, va da sè, a loro volta hanno fatto sesso con più donne. Oppure uomini hanno copulato con uomini e donne con donne.
Finchè la cosa si risolve in un divertimento condiviso tra maggiorenni, nessun uomo di mondo si scandalizza. Ma se in una situazione del genere, una o più persone hanno l’AIDS o un non mortifero ma ugualmente insidioso papillomavirus, col risultato di contagiare tutti i convitati dell’ammucchiata, non ha molto senso chiedersi chi sia il responsabile perchè a quel punto in assenza di test risulterebbe difficile capire chi ha iniziato a contagiare chi e quando. Semplicemente era meglio che non avesse mai partecipato. Anche perché, naturalmente chi, ad AIDS conclamato o di fronte ad una positività al test per l’HIV, venisse messo sotto accusa, potrebbe difendersi dicendo “Io? E che colpa ne ho? Sono una vittima”. Pur essendo perfettamente possibile che sia, invece, il colpevole.
La situazione in Europa in vista del MES assomiglia ad un’orgia. La tesi dominante è che i paesi del Sud siano scialacquoni intenti a cicalare ai danni delle formiche del Nord Europa. E tale narrazione ha infettato tutto il dibattito politico a partire dalla crisi del 2008 sino ad arrivare a quella, ben più grave, che si prospetta contestualmente al post-covid.
Il MES rappresenta così, ufficialmente, una misura di soccorso agli stati in difficoltà economica, a fronte di determinate condizioni mentre nella pratica non è che un malcelato tentativo di assaltare i risparmi e il patrimonio immobiliare italiano. Partendo dal presupposto che il debito pubblico italiano sia spropositamente alto.
Ma tutto ciò è falso. Infatti, prima che a qualcuno venisse in mente la balzana idea che bloccare un paese intero fosse meno pericoloso di un virus che, stando alle statistiche ufficiali, uccide appena il 3% dei contagiati ufficiali, il debito pubblico italiano era di 2500 miliardi di euro contro i 2100 di quello tedesco. Una differenza di appena il 20%. Soltanto che l’informazione ha sempre paragonato le percentuali, cioè rapportando il debito in relazione al PIL in modo tale che il debito tedesco apparisse molto minore e quello italiano molto maggiore. In realtà, un’analisi attenta dei dati mostrerà che la vera differenza tra il sistema tedesco e quello italiano sta nel PIL dove oggettivamente non c’è storia: quello tedesco è il doppio di quello italiano. Ma questo è sufficiente a smontare anni e anni di austerità, nell’idea – ovviamente ridicola – che il gap tra questi due paesi si basasse sul debito e questo è sfociato nelle politiche recessive che non solo non hanno incrementato il PIL – come era ovvio che fosse – ma ovviamente hanno aumentato il debito pubblico, dal momento che un paese più povero a maggior ragione aumenta il suo bisogno di spesa pubblica.
Posto in questo modo, ovviamente, si torna alla situazione dell’orgia. Un grave virus infettivo si diffonde nell’area Euro ed è la montagna enorme di carta che rischia di abbattersi sui debiti dei paesi sovrani, i quali si sono impelagati in un’unione europea senza nè capo nè coda, vincolandosi alcuni ad un’unica moneta e infettandosi a vicenda e che adesso si danno la colpa gli uni con gli altri. Ma un medico se sa che un paziente si è infettato in un’orgia, non lo rassicura dicendogli che non è stato lui ad infettare gli altri ma semmai gli dice che non avrebbe dovuto partecipare a quel mucchio selvaggio. Fuor di metafora, noi non avremmo dovuto partecipare all’Unione Europea.
Ci siamo infettati. E quando ciò accade, l’unico pensiero è come guarire.
FRANCO MARINO