IL NUOVO ROMANZO DI FAIS È UN MAGNIFICO MANUALE PER DISIMPARARE A VIVERE (di Davide Cavaliere)
Ho scritto diverse recensioni. Mi piace farlo. Scrivere quelle dei romanzi di Fais, però, mi impegna per notti intere. Per raccontare l’icastica terribilità dei suoi libri dovrei dire di quanto affondino nel mio vissuto esistenziale, ma sarebbe un atto egoista e poco serio. E poi, non amo parlare di me stesso. Dunque, eviterò la dimensione personale. Ma sappiatelo, questo testo parla di me e anche di voi.
In un mondo popolato da romanzi rosa, letteratura motivazionale, auto-miglioramento, pensiero positivo, fiabe per adulti rimasti bambini e altre amenità, questo nuovo romanzo di Matteo Fais, Le regole dell’estinzione, rappresentata un manuale per disimparare a vivere. Induce a un sano orrore nei confronti dell’esistenza e della sua mostruosa casualità.
La narrazione procede veloce, per fotogrammi di azioni e pensieri, immersa nel torpore esistenziale più cupo. Tutta la vicenda è avvolta da una caligine funerea, da ombre che comprimono la vista.
Davide Brullo ha scritto che Matteo Fais è un “anatomista del dolore”, ottima definizione, ma l’autore è qualcosa di più. La sua è una vera e propria etologia del Male nell’uomo e nel mondo. Le sue considerazioni non hanno nulla di metafisico. Non aspettatevi un trattato di teologia, bensì delle realistiche considerazioni sui meccanismi sociali e naturali che sorreggono la socialità.
Matteo Fais vi prende per la collottola come un severo pedagogo e vi costringe a fissare “le cose come stanno” dentro e fuori voi stessi. È un degno erede dei maestri del sospetto, uno smascheratore della zuccherosa narrazione che viene fatta della realtà.
Il protagonista del romanzo è un quasi quarantenne senza nome e senza speranza. Un intellettuale fallito, uno scrittore dal successo inesistente. Vive con il padre, sua sola fonte di sostentamento, che muore. Comincia allora un viaggio nel tempo, un’amara rievocazione del passato, che ha per oggetto le donne. Come possiamo leggere: “Idealmente, i capitoli che compongono l’esistenza di un maschio hanno tutti come titolo il nome di una donna”.
Esse sono desiderio e fonte di sofferenze per il protagonista, che fatica ad avvicinarle e ne intuisce la mentalità selettiva: “No, i pompini le ragazze li fanno a quelli come me, abbruttendosi e accettando loro malgrado di abbassarsi a fare un servizio al miglior ripiego. Questo in attesa di una offerta amorosa più vantaggiosa, quale un vero principe azzurro“.
Il cinismo del protagonista non è il prodotto di una tara genetica, ma di un’esistenza perseguitata dalla sfortuna e dal dolore, di una sensibilità tormentata dal destino. Squallore e sofferenze inseguono ovunque l’antieroe: “Ogni volta che cerco di vivere con leggerezza, dimenticandomi per un attimo di quanto sia tutto misero, squallido e tendente all’abietto, ecco che la realtà lasciata fuori dalla porta rientra dalla finestra”.
A poco a poco, ricordando, emerge la consapevolezza di aver vissuto una mezza esistenza nata da un embrione difettoso, in cui tutto è andato storto, finendo per dar forma a un’oscena biografia. In fondo, non c’è nulla nemmeno da rimpiangere. Era tutto chiaro fin dall’inizio: “Il fatto è che, fin dall’adolescenza, avevo avuto sentore che per me non si sarebbe prospettato niente di buono”. Lui non amava la vita ed essa ha ricambiato con raffinata crudeltà.
Cosa fare? Dibattersi nel tessuto sociale? Continuare a scrivere? Esistere abboccando alle esche più torbide? Non c’è risposta. Una cosa è certa: “Ho sempre vissuto così e dubito possa essere altrimenti. A fare come gli altri mi sentirei morire, più di quanto non mi sia capitato fino a oggi”. Resistere a una quotidianità annichilente è ciò che si può porre in essere di più bello, di più disperato, di più coraggioso, di più.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”.