L’ASSEDIO FINALE DEI TIRANNI (di Franco Marino)
Quando una squadra è sotto di una rete di svantaggio sull’avversaria, un buon allenatore fa in modo che i suoi giocatori non perdano la calma e giochino come se nulla fosse accaduto. Una volta sentii dire ad un allenatore “Uagliù, stamm semp’ zero a zero” dopo che la sua squadra prese gol. Solo che se questo va bene quando c’è ancora tanto tempo da giocare, viceversa a pochi minuti dal termine, si assiste puntualmente ad un copione fisso: l’avversaria, sentendo la sconfitta sopraggiungere, inizia un forte assedio alla porta avversaria nel quale impegna tutte le proprie energie. Spesso è un assedio disordinato e disperato e il motivo è ovvio. Mano mano che i minuti passano, l’arbitro è sempre più vicino a fischiare la fine della partita. Allora prima capita che l’allenatore metta un attaccante in più, poi che i difensori salgano nell’area avversaria a fine partita, poi quando la situazione è proprio disperata – significa che l’arbitro di lì a pochi secondi fischierà la fine – persino il portiere cerca di risolverla personalmente, ignorando che l’episodio di un portiere che segna un gol su azione nella storia della serie A si è verificato – se non erro – quattro volte. Gli eroi in questione, non citando Sentimenti e Rigamonti che i gol li fecero su rigore, sono stati Rampulla della Cremonese, Taibi della Reggina, Toldo dell’Inter (anche se su questi la diatriba è ancora aperta) e Brignoli del Benevento.
Chiaramente, più l’azione offensiva è disperata, più si rischia di subire il gol in contropiede. E a quel punto ovviamente, se la partita sta per finire, la squadra che lo subisce se ne frega perchè perdere 1-0 o 2-0, salvo il caso di doppia sfida, non cambia l’esito della partita.
Se il sistema che tiranneggia questo paese e in generale l’Occidente vestisse la maglia di una squadra di calcio, potrebbe rientrare nella descrizione di una squadra che sta perdendo e che se ne è resa conto. Più i giorni passano, più il sistema fa di tutto per rafforzare i suoi attacchi. In un meccanismo che avvalora il famoso schema della realtà che supera la fantasia, mentre un giorno ironizziamo sul livello che potrà raggiungere chi soffoca la libertà di questo paese, il giorno dopo scopriamo che questo livello viene raggiunto. Se solo a Giugno ci sarebbe sembrato assurdo che questo governo arrivasse finanche a dirci come fare sesso e come festeggiare il Natale, ecco che la realtà supera le fantasie più perverse e ci dice che il presepe dovrà raffigurare il distanziamento e i Re Magi dovranno usare la mascherina.
Ogni giorno ci viene tolta qualche libertà in un’escalation che non vede il fondo. Ogni giorno di più la mascherà indossata da chi in questi decenni ci ha convinto di cose che oggi mostrano la propria natura truffaldina, scopre il vero volto di chi gestisce il potere. Quando ciò accade, non è il segno che il potere sta avanzando ma è esattamente l’opposto: la partita la sta perdendo. Quando una squadra sa di essere forte non ha bisogno di dire, come fa Andrea Romano (con la Gruber che assiste impassibile), che va tolta la libertà di parola a chi non crede nel vaccino: perchè nelle società sane, il cittadino ha talmente tanta fiducia nelle istituzioni che quel vaccino lo attende per spararselo in corpo. Viceversa, se lo teme, vuol dire che i cittadini non hanno più fiducia nelle istituzioni e dunque qualsiasi cosa diventa un buon motivo per avere paura del potere. Se però oggi le classi dirigenti non trovano meglio da fare che inventarsi nuove restrizioni, se sempre più di frequente le contraddizioni e le fallacie logiche del regime appaiono sempre più evidenti, ciò si deve solo al fatto che il sistema di potere sta combattendo una guerra disperata e si gioca il tutto per tutto, in un delirio generale che vede VIP, intellettuali, artisti, politici mostrare sempre più la propria protervia, arroganza, esponendo dunque il fianco ai pericolosi contropiedi avversari.
L’acuirsi della repressione – culturale prima ancora che giuridica – mostra solo una cosa: che questo regime è al collasso. Quando Trump spiega a tutto il mondo che Biden ha truccato le elezioni e non abbiamo neanche i debunker di regime a tamponare la falla, mi sembra ovvia la conclusione da trarre: il deep state, nelle sue diramazioni, ha una paura folle.
Tutto ciò che dobbiamo sperare è che si segni questo benedetto gol in contropiede, evitando al tempo stesso il gol del portiere a tempo scaduto.
Ma oggi voglio essere ottimista. Questa tirannia è al collasso.
FRANCO MARINO