L’EDITORIALE – ANCHE QUESTA È VIOLENZA? (di Matteo Fais)
Povere, povere dolci anime! E noi, noi animali dotati di un cazzo, così poco sensibili e attenti alle loro fragilità. Noi maschietti siamo il male e loro, piccine, sono sempre le nostre vittime…
Cristo Santo, cosa abbiamo dovuto subire noi uomini, questo 25 Novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne! Per poco più di cento italiani che ogni anno perdono la testa e fanno fuori mogli e fidanzate – invero, nel novero dei femminicidi vengono incluse tutte le donne uccise, anche quelle vittime di una rapina in casa –, tutti quanti dobbiamo sentirci in colpa e cospargerci il capo di cenere. Ed ecco fioccare le stronzate, tipo quelle dei vari personaggi del mondo dello spettacolo, come Francesco Renga che, proprio in occasione della ricorrenza, scriveva “Vorrei davvero smettere di vergognarmi di essere un uomo”. Se proprio si deve vergognare, meglio che lo faccia per essersi piegato, per scaltrezza e convenienza, a supportare questa squallida narrazione dominante. Mettetevelo bene in testa: per uno che uccide la sua donna, la maggioranza assoluta subisce a capo chino, anche quando si vede cornificata, con figli e casa sottratti da una baldracca.
E dopo la squallida accusa di qualche anno fa, secondo cui “Nascere maschi in un sistema patriarcale e maschilista è un po’ come essere figli maschi di un boss mafioso” – inutile citarvi l’autrice –, ecco spuntare un’altra follia. L’ho letta proprio ieri, in una serie di spazi Facebook di fiera resistenza antifemminista. Il tweet in questione recita così: “È violenza pure quando dite ‘stai calma’. Ma una violenza che non immaginate nemmeno”.
Non importa chi l’abbia scritta e neppure il giornale per cui lavora – tanto, oramai, nei fogli di Destra, ci sono più sinistri che a “La Repubblica”. Il punto è che, per quanti ce ne siano che hanno contestato una simile sparata, altrettanti l’hanno supportata. Tanti, troppi uomini, sono ridotti a zerbini. Avendo perso il loro già di per sé misero ruolo, o meglio essendo stati bruscamente detronizzati come mai in precedenza nella storia, hanno sviluppato la perversione di godere nell’essere derisi e umiliati dalle donne, costringendosi a sopportare ogni loro capriccio insensato. Li immagino percuotersi le parti intime con la frusta, come penitenti medievali – ecco, i medievali sono loro, non noi –, per espiare il peccato di essere maschi.
In ultimo, comunque, è un bene che le femministe si stiano manifestando in tutto il loro ridicolo ululare e senza più far finta di essere ciò che non sono. Questa gentaglia chiede a gran voce la sottomissione del maschio, la sua umiliante genuflessione al proprio volere. Un nemico palese, per fortuna, è più facile da combattere.
Oramai è chiaro, queste non vogliono la parità, ma il dominio. Adesso, spetta a noi dare loro un’adeguata risposta che le rimetta brutalmente a posto. Io, per esempio, se una donna osa dirmi che non posso invitarla alla calma quando sta sclerando e mi urla contro credendo di farmi paura, alzo il medio e le sputo in faccia un “succhiami la banana”. Con chi esercita bullismo, sia uomo o sia donna, non bisogna usare le buone maniere. Chi mi accusa di ciò che non ho commesso per mettermi la museruola e soggiogarmi psicologicamente è un violento e va fermato. È arrivato il momento di dire basta a ogni pretesa di squilibrate e disadattate che sfogano i loro drammi sentimentali accanendosi contro il nostro sesso. I veri uomini, quelli che odiano la violenza, non tollerano neppure quella rivolta contro di loro. Dare sempre ragione alle donne, anche quando palesemente non ce l’hanno: questa è la più grande mancanza di rispetto nei loro confronti.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.