Il Detonatore

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L’UTERO IN AFFITTO: UN CRIMINE CONTRO LA DONNA – LETTERA DI UN MILITANTE DI DESTRA (di Giovanni Becciu)

Ha fatto notizia, e sollevato un certo polverone, la proposta di legge avanzata da Fratelli d’Italia (depositata nel 2018, ma presa in esame solo negli ultimissimi mesi) che mira a rendere la pratica dell’utero in affitto reato universale.

In un primo momento, ho strofinato gli occhi nel leggere la notizia, perché la Destra ha un po’ tralasciato certi temi caldi, come l’aborto, negli ultimi decenni. Ma, si sa, Giorgia Meloni è una Donna – il maiuscolo non è casuale – con più palle di tanti uomini. “La maternità surrogata”, da detto testualmente la Presidente del partito, “è una forma di schiavitù del terzo millennio che umilia il corpo delle donne e trasforma i bambini in una merce. Mi auguro che tutte le forze politiche, al di là degli schieramenti e delle posizioni, vogliano condividere con noi questa battaglia di civiltà”.

Non credo di dovermi spendere più di tanto a spiegare cosa sia questa barbara prassi. Preciso unicamente che essa è allineata al pensiero neoliberista e pro-morte che quotidianamente ci viene presentato come unico e incontestabile.

In pratica, dopo svariati passaggi di provetta in provetta, perché è cosi che tutti gli embrioni vengono concepiti, due persone affittano (di fatto) una donna che porterà avanti la loro gravidanza, per poi consegnare il prodotto finito dopo nove mesi. Le coppie che usufruiscono di questo servizio sono per lo più etero – quelle omosessuali, soprattutto composte da due uomini, risultano una minoranza. Incontestabile è però che, visti gli alti costi, siano dei benestanti ad avere un’ampia scelta sul dove farsi confezionare il figlio. Al momento, con leggi particolareggiate di nazione in nazione, le cliniche più a buon mercato sono quelle dell’India – forse perché le donne che si offrono sono poverissime e quindi più facili da comprare? Chissà!

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Perché trovo barbarico tutto questo? In primo luogo perché si va a commercializzare un processo – il concepimento di un figlio – che dovrebbe, di regola, dipendere dal puro amore. In secondo luogo, si demolisce la dignità della donna che viene considerata niente di più che un’incubatrice da sfruttare e nella quale far comodamente crescere il proprio bambino.

Mi preme sottolineare che sono innumerevoli coloro che muoiono nello svolgere tale mansione, cosa che ovviamente viene taciuta dai media allineati. Per citare un esempio, voglio accennare al caso di Michelle Reaves, morta a San Diego, in California. La signora Reaves, che per la seconda volta “affittava” il suo utero, è deceduta a causa di un’embolia fluida amniotica. Si potrebbe recriminare che anche un certo numero di donne, durante una normale gravidanza, se ne vanno per lo stesso motivo, ma è stato provato che coloro che affittano il proprio utero sono più soggette a questi tipo di complicazioni. Ovviamente, chi assiste a situazioni “pericolose” che riguardano queste donne, spesso non tutelate dai contratti che stipulano con le cliniche, sovente tace per paura di ritrovarsi invischiato in cause costosissime con le grandi aziende che fanno affari nel settore.

È d’obbligo, comunque, per quel che concerne l’utero in affitto, come nel caso dell’aborto, far emergere il venir meno dei diritti dei bambini concepiti. Tutti gli embrioni vengono assemblati in vetrino, quindi non nell’utero, che è il luogo naturale del concepimento, mentre la donna è  soggetta ad un bombardamento ormonale che le provoca non pochi problemi fisici. Inoltre, come se non bastasse, i bambini che nascono da questa pratica presentano tutti problematiche fisiche dovute al fatto che la madre, nel tentativo di non affezionarsi a quello che di fatto è suo figlio, produce un cosi alto livello di cortisolo che và a danneggiare il cervello ed il sistema nervoso del nascituro. Questo, nonostante in principio possa apparire assolutamente normale, nel tempo viene a presentare problemi di apprendimento, di iperattività, autismo e disturbi neurologici che si manifestano con la crescita. La psicologia prenatale, che studia l’impronta lasciata dalla gravidanza su ogni essere umano, ha addirittura affermato che tale periodo è il più importante della nostra vita. Ma, ovviamente, questo è oscurantismo e medievalismo. Ditemi voi se, invece, la loro scelta è “umanamente accettabile” e se non lede i tanto conclamati e sponsorizzati “diritti umani”.

Tra l’altro, la maggior parte dei concepimenti con questa pratica sono gemellari. Proprio per questo motivo un grandissimo numero di embrioni vengono eliminati perché indesiderati. Bisogna inoltre sapere che i parti avuti con tale pratica sono solitamente o cesarei o indotti, quindi non naturali, e più rischiosi per la donna. Il motivo per il quale si ricorre a queste soluzioni è semplice: la coppia che sta comprando il bambino, ovviamente, vuole essere presente quando nasce il prodotto che va ad acquistare.

Ho esplicato dei concetti non troppo difficili da intendere, per chi vuole ascoltare prescindendo da certe barriere ideologiche. Non importa che voi siate cristiani, o dei militanti di Destra atei come me. Sta a voi scegliere di essere uomini e donne libere, o allinearvi al pensiero dominante.

Giovanni Becciu

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