Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

L’EDITORIALE – NUOVI SOVVERSIVI: QUATTRO AMICI AL BAR, ALLA FACCIA DI BILL GATES (di Matteo Fais)

Ci incontriamo alle 17, ogni volta in un posto diverso. La prima in prossimità dell’ex carcere. L’altro giorno ai giardini pubblici. La cosa importante è che vicino ci sia un chiosco, per acquistare un po’ di birra entro le 18, prima che tutto chiuda.

Lo confesso, siamo un’associazione sovversiva e rischiamo tantissimo. Siamo le brigate rosse della pandemia, la RAF (Rote Armee Fraktion) che sfida la legge del lockdown. Io e un numero variabile di personaggi mediamente laureati in discipline umanistiche, mediamente destrorsi, mediamente sconosciuti, ci troviamo così per svolgere un’attività oramai considerata pericolosissima secondo i nuovi DPCM: assembrarci e parlare.

Durante l’ultimo incontro, causa pioggia, siamo andati a nasconderci in un bar che uno di noi ha definito “l’ultimo baluardo del buonsenso”, un localaccio sporco, pieno di ubriaconi senza speranza, tutti privi di mascherina e con la sigaretta sempre in bocca. Ci sentivamo quasi degli eroi a stare lì, quattro stronzi inutili a sé stessi e al mondo, che tracannano un boccale dietro l’altro, parlano di letteratura, filosofia e figa – quest’ultimo argomento, ovviamente, lo sollevo sempre io per primo, ma loro, dopo qualche bicchiere, tirano fuori la grancassa e si mettono a suonare come un’orchestra impazzita.

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Diversamente dai noti quattro amici al bar di ginopaoliana memoria, noi non vogliamo cambiare il mondo in direzione anarchica, ma reazionaria e politicamente scorretta. Pertanto, citiamo Marx e Montale, Theodore Kaczynski (l’unabomber americano) e, ovviamente, usiamo tutti quei termini ormai banditi dal linguaggio boldriniano, tipo fr@@@ e ne@@o. Non lo facciamo perché omofobi, maschilisti, misogini, o razzisti. È che nella buona società è proibito e noi sentiamo dunque l’urgenza di liberarci da certe assurde restrizioni, prima che sia troppo tardi. E giù con l’ennesimo brindisi alla fica, che porta sempre fortuna, tra un’oscenità e l’altra.

Lo sappiamo, siamo gente pericolosa, che se ne fotte del covid e della mascherina, che desidera continuare la propria inutile esistenza fatta di chiacchiere senza senso al bar. Siamo consci di avere contro di noi e i nostri irresponsabili comportamenti l’illustrissimo Presidente del Consiglio e pure il noto multimilionario Bill Gates. Lui dice che le abitudini della gente cambieranno, anche quando questa storia della pandemia sarà finita. Ci troveremo un mondo in smart working e con poche amicizie. La nostra risposta è un sensazionale “ma vattela a pigliare nel culo” e giù altra birra covid free da bicchieri mal lavati, mentre gli ubriaconi intorno ululano forsennati le loro idiozie, fottendosene a loro volta della paura della morte.

No, noi non cambieremo mai, troveremo sempre il modo di riunirci e sbevazzare, mescolare i filosofi e le parolacce, Spengler e l’orifizio vaginale. Non ci siamo mai fatti un tampone e non lo faremo, così come ce ne freghiamo delle malattie sessualmente trasmissibili e, se possibile, lo ficchiamo dentro a crudo. Siamo un fight club di provincia, senza botte, ma fatto di virilissime pacche sulla spalle. Siamo il nuovo pericolo pubblico, i potenziali untori, quelli che in terapia intensiva ti chiedono una bottiglia da 33 cl e un po’ di tabacco. La gente ha paura di noi e noi ne siamo felici: per lo meno, ci lasciano i coglioni in pace. La nostra non sarà una rivoluzione, ma è una rivolta esistenziale contro la paranoia dilagante. Altro che partigiani sui monti! Noi siamo al bar. Passate a trovarci.

Matteo Fais

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L’AUTORE

MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. Da ottobre, è nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.

2 commenti su “L’EDITORIALE – NUOVI SOVVERSIVI: QUATTRO AMICI AL BAR, ALLA FACCIA DI BILL GATES (di Matteo Fais)

  1. Devo dire, Signor Fais, che questa è un po’ l’atmosfera che cerco venendo al “bar” che si chiama Il Detonatore. Ovviamente non posso dire di trovarmi sempre d’accordo con lei né con gli altri animatori de Il Detonatore ma ritrovo quell’ambiente che credo abbia vissuto mio padre tutta la vita, dopp il lavoro al bar con gli amici, prima di tornare a casa per cena. Io purtroppo, col modo di lavorare di oggi, non ho avuto modo di crearmi quella consuetudine ma vi ringrazio per avere creato questo spazio fatto di incazzature, cose da imparare, cose su cui non essere d’accordo e, quando si fa tardi, salutarsi e aggiornarsi al giorno dopo. In una parola. Grazie

  2. Magari. Io vivo da esiliato da ben prima del Covid (che, da nostalgico delle vecchie monarchie, amo di più chiamare Corona-virus), tanto che il confinamento non ha cambiato in nulla le mie abitudini di vita. Passerei volentieri a parlare di Spengler (uno degli ultimi veri filosofi, il suo “Tramonto dell’Occidente” ha segnato l’ultimo grande cambiamento interiore della mia vita) con chicchessia, perché al mio paese nessuno sa neppure chi fosse. Stando in Sardegna, poi, la cosa sembrerebbe meno improbabile di altre, eppure ormai tutto mi pare inverosimile.

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