LO SDOGANAMENTO DEL NERD, IL FANTOZZI DELL’EPOCA PANDEMICA (di Davide Cavaliere)
La Germania ha diffuso nuove pubblicità anti-Covid. Organizzate come finti documentari, invitano i giovani a essere come “procioni pigri” per sconfiggere il virus. Sono di una tristezza infinita. Il messaggio che viene inviato a una generazione è: seppellitevi in casa, morite sul divano, ingozzatevi di cibo spazzatura, non lavatevi, che tanto non dovete vedere nessuno.
Fra cento anni, quando la nostra civiltà sarà ridotta a un cumulo di macerie di silicio, le réclame tedesche illustreranno la causa della nostra scomparsa: un suicidio. I video teutonici sono, indubbiamente, originali – persino divertenti – ma rivelano lo stato di decomposizione avanzata in cui versiamo noi occidentali.
Non dobbiamo diventare procioni, perché sarebbe un salto evolutivo, visto che siamo già dei licheni col pollice opponibile. I tre spot celebrano l’individuo post-moderno: un trentenne smanettone, pingue, rinchiuso in casa, con scarse relazioni sociali, solo, dipendente dalla televisione e dai social media. Uno schiavo dell’intrattenimento.
Col passare degli anni, abbiamo generalizzato il nerd, ovvero l’ameba umana dipendente dai videogiochi. Un tipo umano che, da qualche tempo, viene incensato e promosso. L’eroe dell’età della pandemia è un lombrico in forma umana. Un essere privato della propria dimensione relazionale, che passa la sua giornata a farsi le pippe su internet e a mangiare alimenti preconfezionati.
Gli spot tedeschi, neanche troppo velatamente, invitano a non cercare rapporti umani fuori dalle mura di casa, a rinchiudersi in una tomba stracolma di ninnoli tecnologici. Quello che non dicono, però, è che per vegetare nel suddetto modo bisogna avere qualcuno che lavori per noi. Il mollusco addivanato vive con i soldi dei genitori o con un sussidio statale.
Il futuro che ci attende è questo: disoccupati infelici, che sprecano l’esistenza incollati a uno schermo, gonfi di pollo fritto e trasformati in materiale biologico remunerativo per le aziende dell’entertainment.
La pandemia ha premuto l’acceleratore della metamorfosi antropologica. L’umanità post-Covid sarà composta da automi ansiogeni, insicuri, fragili. Gente che avrà una paura fottuta di vivere nella realtà e sempre alla ricerca di una rassicurazione statale o sociale.
È il sogno sovietico di milioni di italiani: un’esistenza sicura, eterodiretta, regolamentata, disciplinata dalle autorità politiche e sanitarie. Dove l’alea, il caso, la responsabilità individuale siano eliminate, nell’illusione che attenersi pedissequamente alle norme sia un viatico per la vita eterna.
Davide Cavaliere
L’AUTORE
DAVIDE CAVALIERE è nato a Cuneo, nel 1995. Si è laureato all’Università di Torino. Scrive per le testate online “Caratteri Liberi” e “Corriere Israelitico”. Alcuni suoi interventi sono apparsi anche su “L’Informale” e “Italia-Israele Today”. È fondatore, con Matteo Fais, del giornale online “Il Detonatore”.
Covid a parte, mi sa che confondi causa con conseguenza. I nerd, come gli hikikomori, non hanno poi molte colpe della loro condizione. I nerd non sono sfigati perché abusano di PC e console, casomai viceversa. La loro impossibilità di avere una vita sociale, spesso a causa di una pessima estetica (soprattutto!) o di un carattere introverso e riservato (in una società che incoraggia ad essere sbruffoni e stronzetti), li obbliga a cercare modi alternativi per impiegare il tempo.