CARI RADICAL CHIC, UMBERTO ECO AVEVA TORTO! (di Franco Marino)
Di tanto in tanto, quando l’elettore radical-chic non riesce a piegare con la propria dialettica l’avversario, ecco che puntualmente rispolvera una frase di Umberto Eco il quale una volta disse: “I social hanno dato il potere a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar, dopo un bicchiere di vino senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.
Inutile spiegare che il “potere che i social avrebbero dato a legioni di imbecilli”, si chiama democrazia, libertà di parola, perché sono concetti che Umberto Eco non può certo aver imparato alla scuola del camerata Eugenio Scalfari poi divenuto antifà dopo il 25 Luglio come peraltro gran parte dei suoi connazionali.
Ma l’aspetto curioso, che molti sembrano non considerare, è che quando al potere vanno le legioni di imbecilli, poi il concetto di imbecillità e di intelligenza si ribalta completamente: e casomai, nella legionaria lista nera degli imbecilli, ci finiscono quelli che prima si sentivano intelligentoni, quelli che sventolano la bandiera di Eco.
Oltre al rischio che gli imbecilli, una volta al potere, possano fare leggi liberticide contro gli intelligenti e, davanti alle proteste di questi ultimi, rispondano: “I primi che volevano metterci a tacere eravate voi”.
La democrazia e la libertà di parola a questo servono: a far sì che chi si sente intelligente, non venga messo a tacere quando a vincere sono gli imbecilli.
E se “un intelligente”, perdipiù antifascista militante, questo banale principio non lo capisce, c’è la concreta ipotesi che non sia così intelligente e che anzi appartenga a quelle legioni di imbecilli cui faceva riferimento Eco.
FRANCO MARINO