TU N’ES PAS UN ENSEIGNANT, TU ES STRUNZ (di Maria Esposito)
Che Dio mi perdoni per quello che sto scrivendo, ma Samuel Paty, pace all’anima sua, è stato vittima non solo dell’islam. E si badi che ho volutamente omesso l’aggettivo radicale per distinguerlo da un presunto islam moderato – perché, citando Erdogan, l’islam moderato è solo un’invenzione occidentale, ma anche e soprattutto di quella ideologia liberale in cui credeva fortemente.
Uno dei pilastri dell’ideologia liberal è infatti quello del multiculturalismo, ossia la convinzione, idiota e smentita da quella sequela di orrori che l’uomo ha inflitto all’uomo per ragioni molto spesso etniche chiamata storia, che popoli diversi possano convivere pacificamente. Niente di più lontano dalla realtà, ma i nostri resistono nella loro convinzione, al massimo imputando alla malattia mentale gli episodi più eclatanti di incompatibilità, ossia quando un servo di Allah decide, bontà sua, di far fuori qualche cane infedele, cioè il liberal stesso, ma tant’è. Quello che bisogna invece ripetersi fino a stamparselo nel cervello è che è sì vero che i terroristi rappresentano una parte assolutamente marginale della popolazione islamica, ma NESSUN TERRORISTA, DI NESSUNA MATRICE, POTREBBE FARE CIO CHE FA SENZA L’OMERTA’, SE NON ADDIRITTURA LA COMPLICITA’, DELLA SUA COMUNITA’ DI APPARTENENZA.
Non bisogna poi andare molto indietro nel tempo, in fondo i cosiddetti anni di piombo risalgono a meno di mezzo secolo fa, per ritrovare la stessa situazione: i brigatisti rossi, che poi non sono altro che i genitori dei liberal attuali, non avrebbero potuto mettere a ferro e fuoco l’Italia se non fosse stato per il silenzio e la complicità dell’ambiente extraparlamentare di sinistra, che ufficialmente condannava ma de facto era sempre pronto a fornire aiuto ai “compagni che sbagliano”.
Il risultato è stato che, per sconfiggere il terrorismo di matrice politica, lo stato democratico italiano, che, a differenza di quanto ha potuto fare il prefetto di ferro Moro durante il fascismo, non poteva certo usare la mano troppo pesante, ha dovuto dispiegare un’enorme quantità di uomini e mezzi , distraendoli da altri compiti, cosa di cui hanno saputo approfittare le criminalità organizzate, che in quel periodo hanno fatto un enorme salto di qualità.
Ritornando ai figli di Allah, non è certo un caso che gli attentatori di Parigi siano stati arrestati a Molenbeek, quartiere belga a stragrande maggioranza islamica, così come non è un caso che nella classe del giovanissimo attentatore ci fosse la nipote di una ricercata per affiliazione all’ISIS. Chiarito questo aspetto quello che veramente mi preme dire è che LA COLPA DELLA SITUAZIONE NON E’ LA LORO.
In fondo, dal loro punto di vista, loro lottano per una causa in cui credono, cosa che, indipendentemente dalla bontà della causa, è sempre degna di rispetto. No, il nostro vero nemico è il liberal che pensa di risolvere la questione con i gessetti colorati. Perché nutrire la serpe in seno sperando che, poiché l’hai nutrita, non ti morda o ti faccia almeno la cortesia di morderti per ultimo è da idioti o da persone in malafede.
E, onestamente, comincio a pensare che siano in mala fede.
MARIA ESPOSITO