IL SUCCESSO DI PAPA FRANCESCO SPIEGATO ATTRAVERSO L’IGNORANZA DEI FEDELI (di Franco Marino)
Il successo di Papa Francesco sarebbe impossibile spiegarlo solo con le ragioni che lo hanno portato al potere. Queste sono sin troppo semplici. Bergoglio sale al potere spinto dagli americani il cui unico scopo è mettere le mani nelle casse dello IOR e per farlo ricorrono ad un’arma ricorrente, il populismo antipolitico. Come esso funzioni lo abbiamo visto col Movimento 5 Stelle, anch’esso creatura americana. Si convince la popolazione che con una politica più povera, i cittadini saranno più ricchi, i cittadini ci cascano e da quel momento i veri padroni del partito populista hanno campo libero nel perseguire i loro reali interessi.
L’elezione di Papa Francesco è stata preceduta da un incessante clima di terrorismo mediatico ai danni del predecessore Ratzinger, costretto alle dimissioni dopo mesi di pressione relativi agli scandali sulla pedofilia interni alla Chiesa, di cui si è misteriosamente smesso di parlare con Bergoglio al potere.
Poi c’è l’aspetto relativo a come si sia formato il successo di Bergoglio ed è semplice anche questo: Bergoglio asseconda il Personal Jesus che è in moltissime persone, siano esse conservatrici o progressiste.
Il meccanismo del personal Jesus si fonda su tre elementi costitutivi.
– L’idea che dirsi cattolici – senza nei fatti esserlo – sia conveniente (per i motivi più disparati)
– L’idea che la religione serva a farci stare bene nel qui ed ora – nessuna religione ha mai promesso questo –
– La mutilazione di tutto ciò che non rientri nell’interesse del finto credente, che è quel meccanismo per cui se Gesù diceva “Date a Cesare quel che è di Cesare”, questo suona come “cazzarola, devo pagare le tasse” oppure se dice “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” questo suona come “cazzarola, quindi quel tizio che mi deve 30.000 euro non posso più perseguirlo”. Allora il finto credente crea un meccanismo di rimozione di questo aspetto della dottrina.
Il Personal Jesus ha due facce.
Quella conservatrice, che si esprime attraverso personaggi il cui unico scopo sembra essere quello di far credere che l’unico scopo del cristianesimo sia di limitare la libertà sessuale di un individuo. E’ quel meccanismo per cui vi ritrovate uno come Adinolfi a pontificare di Cristo, pur essendo il suo stile di vita (di divorziato, di giocatore di poker) del tutto incompatibile con la dottrina cattolica, oppure uno come Giuliano Ferrara a pontificare di aborto, ignaro che sì, l’aborto, quando usato come metodo contraccettivo merita tutte le reprimende del mondo ma spesso è anche una situazione alla quale una donna è costretta dalle circostanze della vita. Tutto questo però darà la pelosa soddisfazione al nostro conservatore finto credente di acquisire uno status che gli consente di potersi mettere sul trespolo e giudicare il prossimo, guardando la pagliuzza nei suoi occhi e dimenticando la trave nel proprio.
Poi c’è l’aspetto progressista di pretendere che un’istituzione che si è retta per duemila anni su cardini molto solidi – che sono poi quelli che le hanno permesso di resistere ai numerosi mutamenti sociopolitici – all’improvviso debba trasformarsi in qualcosa di diverso. E’ quel meccanismo per cui da qualche anno si fanno pressioni sulla Chiesa affinchè accetti cose che vanno contro lo spirito della sua dottrina, come per esempio i matrimoni gay. Oppure che diventi una sorta di associazione di beneficenza, cosa che la Chiesa non è mai stata, spogliandosi delle proprie ricchezze. Partendo dal presupposto che il matrimonio nasce con l’unica funzione di generare e proteggere i figli – e che con la scoperta del DNA, diventa praticamente inutile – non si può certo pretendere che la Chiesa snaturi se stessa. E spogliandosi delle proprie ricchezze, gli unici che ci rimettono non sono certo i cardinali che continuano a vivere nei loro lussuosi appartamenti ma sono semmai le scuole private cattoliche che chiudono a frotte (la madre e la zia di mia figlia, insegnanti in una scuola privata, l’anno prossimo saranno a spasso assieme ad altre migliaia di insegnanti di scuole private cattoliche, tanto per capirci) e l’assistenza ai più deboli che viene meno.
Tutto questo però asseconda il nostro progressista finto cattolico, il quale nel vedere un Papa dall’aspetto più informale – che confonde con una maggiore bontà – vede appagata la propria frustrazione sociale.
Il motivo per cui questo Personal Jesus è deleterio si può esprimere in alcuni punti.
Il primo è la qualità del prodotto originale. Il Cristianesimo, piaccia o meno, ha avuto il meglio degli intellettuali europei per duemila anni. Uno può liberamente trovare inattendibile che un povero cristo – è proprio il caso di dirlo – possa camminare per chilometri interi con quintali di legna, spine e chiodi che lo trafiggono ovunque (fossi stato un soldato romano, davanti ad uno così me la sarei data a gambe) e poi dopo tre giorni possa risorgere. Ma sono cose scritte da gente che conosceva – e parlava correntemente – latino, greco, ebraico e aramaico. Si possono non condividere i contenuti della Cappella Sistina ma l’opera in sè ha un valore enorme ed è stata confezionata dal miglior artista del tempo. Ed è stato solo perchè alla formazione di queste convinzioni si sono dedicati i migliori intellettuali e artisti del tempo, che la Chiesa è sopravvissuta.
Quando Scalfari provocò Papa Ratzinger chiedendogli se esistessero documenti che dimostrassero scientificamente l’esistenza di Cristo, questi con educazione gli rispose citandogli centinaia di documenti, di testi che provavano tale esistenza, ricordandogli per giunta la differenza tra la scienza e la fede, di fatto consacrando urbi et orbi l’ignoranza del fondatore di Repubblica. Analoga fine fece Odifreddi.
Così, sia chi arriva al Personal Jesus da una prospettiva conservatrice, sia chi vi arriva da una prospettiva progressista, cade su banali domande di catechismo, neanche tanto difficili peraltro. Ed è questo il punto. La religione dell’ateismo (gli ateisti sono semplicemente religiosi a loro insaputa) finora è sempre caduta di fronte alle argomentazioni dei teologi.
L’altro punto che nessuno sembra comprendere è che la religione non nasce “per far stare bene qui ed ora”. Per quello bastano molte cose terrene. Per stare bene a volte basta una giornata alle terme o al mare, una bella giornata passata a letto con una donna che sa come dilettarci, un buon libro. Ciò per cui la religione nasce è “Dare un senso alla propria vita in preparazione dell’Aldilà“, in nome del quale bisogna essere pronti a sopportare anche un lunghissimo cammino di dolore e di sacrifici. Il religioso ineducato pensa che il miraggio dell’Aldilà addormenti le inquietudini dell’Aldiquà. Il religioso educato sa che la vita è solo un cammino di preparazione. Altrimenti la religione diventa qualcosa di simile al mio caffè. Che io adoro, mi viene fuori proprio buono. Ma non mi dice PERCHE’ E IN NOME DI COSA devo arrivare vergine al matrimonio, PERCHE’ E IN NOME DI COSA non devo desiderare la donna d’altri.
Papa Francesco, concedendosi truffaldinamente ai Personal Jesus, ha semplicemente snaturato la Chiesa, facendola divenire qualcosa di simile ad un’associazione di beneficenza quale non è mai stata e svuotandola del suo contenuto dottrinale, che almeno diceva qualcosa. Quando Ratzinger spiegava che il relativismo etico avrebbe ucciso la Chiesa, a quei tempi ai più parve un Torquemada. In realtà, AVEVA PERFETTAMENTE RAGIONE.
Se invece si cerca qualcosa che ci faccia stare meglio qui ed ora, che non ci chieda sacrifici, la religione non è la risposta giusta. In compenso, è molto meglio il mio caffè. Che almeno non pretende di interferire con chi lo trovasse una ciofeca.
FRANCO MARINO