MELUZZI PROVOCA, LA SINISTRA COME AL SOLITO FA LA FINTA TONTA (di Franco Marino)
Sono solito riproporre aforismi antifascisti, avendo cura di scegliere quelli più sagaci. Non lo faccio perchè simpatizzante dell’antifascismo militante – tutt’altro – ma perchè sto osservando come con una stupefacente sistematicità la sinistra oggi riproponga nel dibattito pubblico i medesimi stilemi fascisti un tempo condannati.
Dario Fo, che peraltro fu un repubblichino, una volta disse una cosa che mi fece molto riflettere: “Mio padre aveva capito che buttava male prima che arrivasse il nazismo. Quando un popolo non sa più ridere, diventa pericoloso”. Poco importa che poi il figlio sia passato dal fascismo nero a quello rosso, anzi Soccorso Rosso. L’impianto di fondo di quanto citato da Fo resta ineccepibile: uno dei primi segnali di indubbia pericolosità di un popolo è quando questo smette di ridere.
Alessandro Meluzzi è un popolare psichiatra, noto per essere molto vicino alle tematiche sovranistiche. Casualmente, da quel momento viene boicottato dai media mainstream. Alle cui attenzioni è ritornato per l’immagine dell’ingresso di Auschwitz, che lui ha cambiato da “Il lavoro rende liberi” sostituendola con lo slogan “Andrà tutto bene”
Pochi colgono la raffinata satira sottesa a questo giuoco di parole. Meluzzi non voleva offendere la memoria degli ebrei gasati ad Auschwitz ma semplicemente tracciare una similitudine tra la propensione allo sloganismo del nazismo e quello di questa sinistra attuale. Che molti vedono improbabile solo perchè non hanno ancora avuto modo di vedere campi di sterminio, gulag o quant’altro. Di cui peraltro si seppe soltanto alla fine dei regimi che se ne resero responsabili.
Si tratta di una pura e semplice satira, di quelle contro la cui libertà – oppressa dal cattivone Berlusconi – la sinistra per anni diceva di battersi.
Naturalmente, da quella sinistra, tutti si sono scagliati contro Meluzzi urlandogli contro qualsiasi cosa, insultandolo, calunniandolo, diffamandolo, minacciandolo.
Il meme ha anche visto la reazione dell’account ufficiale di Twitter dedicato alle vicende di Auschwitz. Evidentemente, i gestori non vogliono accettare che il nazismo non è stato l’unico regime genocida del mondo e non è neanche stato l’ultimo e che quindi è del tutto lecito satireggiare su chi non vede similitudini tra il nazismo e altre tirannie.
La sinistra è il nuovo nazismo? Chi lo sa.
Certo è che si ricordano telefonate irose e querele di D’Alema a Forattini, reo di aver detto, con una sua vignetta, una verità storica – e cioè che il PCI era la quinta colonna URSS in Italia – le reazioni stizzite di Rosy Bindi agli innocenti sfottò del Bagaglino e di Striscia la Notizia ma mai una querela di Berlusconi per le tante infamie ricevute – che anzi addirittura sulle carinerie dell’opposizione fece un libro – o di Salvini per la spazzatura di cui viene fatto oggetto ogni giorno. Andreotti poi addirittura si beava delle numerose caricature di cui fu oggetto. Naturalmente, tutti questi signori sono stati accusati a più riprese di voler instaurare un regime in Italia e a furia di dire “al lupo al lupo”, oggi non ci accorgiamo del regime che sta arrivando, che sequestra cittadini liberi, i loro diritti, con la scusa della pandemia. E che vuole rubarci anche il diritto di ridere. Perchè la verità è che la sinistra non sa ridere, salvo quando il coltello della satira lo detiene essa. I suoi programmi di satira non sono altro che violenta e irosa propaganda, dove il riso è solo un pretesto e il fine sono i due minuti di odio di orwelliana memoria.
Se il padre di Dario Fo fosse ancora vivo e fosse intellettualmente onesto, avrebbe di che preoccuparsi.
FRANCO MARINO