L’EDITORIALE – “SNEATING”, OVVERO DONNE CHE, INVECE DI ABBRACCIARE LA LOTTA SOCIALE, TI SCROCCANO LA CENA (di Matteo Fais)
Ogni giorno ha la sua follia. Ogni giorno una femminista dice una cazzata peggiore di quella avanzata da una qualche sua sorella, appena ventiquattro ore prima. Onestamente, ormai, ho quasi paura di aprire Facebook, o guardare gli screenshot, contenenti certe loro discussioni social, che mi vengono inviati…
Ma è proprio grazie a uno di questi che scopro dell’esistenza di una nuova pratica, molto diffusa tra le frequentatrici di app per incontri (tipo Tinder). Si chiama sneating – secondo l’Urban Dictionary, una crasi derivante dalle parole “sneaks” (prendere di nascosto) and “eats” (mangiare). Ve la faccio breve, perché ho il vomito al solo pensiero. Una tizia che non naviga proprio nell’oro, se ha voglia di farsi una bella mangiata, sceglie uno di quelli che si dichiarano “all’antica” e lo contatta in chat. Avete presente? I classici tizi che “l’uomo fa l’uomo” e via sparando fesserie. Morale della favola: si fanno portare fuori a cena e se ne guardano bene dal tirare fuori il portafogli. Mangiano e bevono alla faccia del pollo. Il povero coglione, dopo la serata, riceve un bel messaggio: “Scusa, non è scoppiata la scintilla”. Niente di nuovo. La stronza, che approfitta della sua fessura per fottere l’uomo in cerca di compagnia, è sempre esistita. Sapete com’è: nessuno è bastardo come il maschio, capace di avere anche dieci amanti contemporaneamente; ma troia come la donna che, oltre all’aggio dell’amante, vuole pure portare via la casa, i figli e mezzo stipendio al marito, non ci sarà mai nessuno. Sono cose che sappiamo tutti, anche se le femministe negano e sfoderano subito l’accusa di sessismo.
A ogni modo, questa puttanata dello sneating ci aiuta a riflettere su uno dei mali peggiori del nostro tempo, la spaccatura dell’orizzonte comune tra i generi, e ci fa capire perché il Potere l’abbia artificialmente creata. La ragazza che per prima portò alla ribalta la pratica in questione, a mezzo di un’intervista (https://www.bodyandsoul.com.au/relationships/dating-advice/why-i-have-no-regrets-about-sneating-on-tinder/news-story/cd4f807f76c85e1dfd7e42c13ddcdcb9), dichiarava le ristrettezze economiche a cui era soggetta in quanto studentessa. Notate però come la giovane abbia cercato la soluzione più al ribasso: invece di trovarsi con gli altri studenti che versavano nella stessa situazione e dare inizio alla battaglia per garantire a tutti una condizione sostenibile, lei ha pensato bene di usare la scorciatoia più semplice. Che squallore! Che bassezza morale! E, più di tutto, che assenza di senso civico. Come possono simili persone non capire che l’ingiustizia non va aggirata, ma aggredita. Non si sentono delle schifose a mangiare pane a tradimento, usando la bassa promessa della scopata? Ecco perché, poi, la nostra società va sempre peggio e noi perdiamo ogni giorno un diritto in più: le donne, invece di unirsi a noi sul fronte della rivolta, ci fanno annusare la figa per scroccare un pasto. Ma dove sono finite le mogli degli operai che preparavano il panino con la frittata per i mariti che al mattino sarebbero andati a sfilare in corteo, chiedendo l’aumento e turni meno massacranti? No, una società di donne che troieggiano per scucire un piatto di gamberi, invece di fornirci il loro supporto, non potrà mai funzionare – e, infatti, fa schifo.
Senza donne non si va da nessuna parte, ma il femminismo le ha aizzate contro di noi, facendo esattamente quel che il Sistema desiderava per non essere messo in crisi. Il femminismo è la mignotta del Potere. Sparge menzogne, come quella del gap salariale – balla colossale, perché i contratti sono nazionali e prescindono dal genere di appartenenza. Ma, ripeto, il femminismo è comodo a chi comanda, dunque gode di ampio risalto e considerazione presso i media mainstream. E le donne che ci ritroviamo sono il risultato dell’aver insegnato loro l’arte di disporre lo smalto, invece di far sì che leggessero Marx. Ci avrebbero risparmiato anche tutte le cretinate sul femminicidio e via dicendo. Mentre i comunistelli danno loro ragione, insinuando per esempio che lo stesso operaio oppresso divenga tra le mura domestiche l’oppressore della moglie, il filosofo ebreo spiega bene che il lavoratore alienato torna a casa, si sbronza e picchia la moglie, proprio a causa della sua condizione. Questo è ciò che loro non capiranno mai, confondendo erroneamente i ruoli, e facendo gravare sugli umiliati e offesi lo stigma della violenza di genere.
Tra parentesi, per chiudere: la storia della ragazza scroccona smonta per l’ennesima volta la propaganda di queste quattro fasulle. Provate a pensare se, nella sua posizione svantaggiata, si trovasse un giovane maschio qualsiasi. Lui a chi potrebbe chiedere di pagare il conto? Ma neppure a una vecchia lo farebbe, in cambio della sua carne fresca. Pare proprio che, anche tra i dannati della terra, i maschi siano i meno fortunati.
Matteo Fais
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L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. A ottobre, sarà nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.