L’EDITORIALE – HANNO USATO I FRATELLI BIANCHI PER DEMONIZZARE IL REDDITO DI CITTADINANZA – LO SAPEVO CHE SAREBBE SUCCESSO (di Matteo Fais)
L’informazione, in Italia, è fantastica. Trova sempre l’aggancio, l’appiglio per demonizzare anche quel poco che di buono c’è in questo dannato Paese.
Prendiamo i fratelli Bianchi. Si tratta in fondo di due pezzi di merda e niente più, di cui la Nazione è piena e che spopolano tra il gentil sesso.
Costoro a quanto pare, di frodo – com’è stata tutta la loro vita -, percepivano il Reddito di Cittadinanza. Perché? Perché sono dei ladri del cazzo – ammesso che sia vero. Qual è, appresa la notizia, il processo logico che si scatena nella mente degli italiani rincoglioniti? Ma ovvio. Due delinquenti prendevano il Reddito, dunque tutti quelli che lo percepiscono sono come loro. Dal particolare singolo al generale indistinto, secondo una delle più note fallacie logiche.
L’italiano è così: rimugina sempre, senza mai capire un cazzo. E l’informazione lo aiuta ogni volta a non comprendere una sega. Beppe Severgnini e il “Corriere” – che quanto a redditi percepiti dallo Stato se ne intendono, dato il finanziamento pubblico ai giornali – accendono la miccia, esasperano gli animi. La pubblica opinione salta in aria.
Nessuno, o quasi, arriva ad afferrare che, in realtà, per la maggior parte, il Reddito di Cittadinanza è appannaggio di morti di fame che, malgrado esso, restano affamati e privi di speranza. No, l’uomo medio, senza filtri al cospetto dei Tg di regime, casca nella trappola: “Ecco, io pago le tasse per mandare degli assassini in hotel”. Ma dove cazzo va un Cristo con 500 euro (questa la cifra reale percepita da un single privo di beni e introiti)?
I fratelli Bianchi erano sicuramente spacciatori e imbroglioni che, con qualche stratagemma, e molte complicità – in paese e tra le loro donne -, percepivano illecitamente dei redditi e, pure, il Reddito di Cittadinanza.
Ma la gente non capisce, è accecata. Così, oltre al povero Willy, anche i morti di fame devono finire schiacciati da simili infami e dall’informazione – questa sì la vera criminale.
Matteo Fais
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. A ottobre, sarà nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.