Il Detonatore

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L’EDITORIALE – STRUMENTALIZZERANNO UN ORRIBILE OMICIDIO A FINI PROPAGANDISTICI – IL CASO DI MARIA PAOLA GAGLIONE (di Matteo Fais)

In Italia, non esistono fatti, solo la tendenza a piegarli ideologicamente. Quanto successo a Caivano, provincia di Napoli, è cosa nota. Una ragazza, Maria Paola Gaglione, a ventidue anni, ha una relazione con una trans, Cira Migliore. Il fratello trentenne non sopporta la cosa – non è nota la posizione dei genitori, in merito. La giovane coppia – non sono riuscito a reperire l’età della trans, quindi suppongo –, proprio per sfuggire alle attenzioni moleste del fratello di lei, si trasferisce ad Acerra, a vivere con la compagna. Serve a poco, perché il fratello di lei continua a non darsi pace. Venerdì sera, li insegue, mentre sono su uno scooter, e li sperona. A suo dire, voleva semplicemente dar loro “una lezione”. La sorella è morta sul colpo. La trans, salvatasi, pare sia stata picchiata. E fin qui oserei che non c’è niente da dire: la condanna di un simile atto è praticamente un’ovvietà del vivere civile e del comune sentire. Non ci vuole un laureato in Filosofia Morale per arrivarci.

Detto ciò, o meglio esposta freddamente la dinamica dei fatti, partono i ricami ideologico-interpretativi. Chi può – perdonate quello che potrebbe sembrare humour nero – tira il cadavere e i sopravvissuti dalla propria parte. Aveva proprio ragione Sartre quando sosteneva che “chi muore è in balia di chi resta” – e in questo caso non solo chi muore.

La comunità LGBTQ coglie la palla al balzo e alza subito la posta. Cosa proverebbe questo nefasto e tristissimo evento? L’esistenza di un problema omotransfobico. Come se ogni giorno ci fossero bande di giovani che, non sapendo che fare, andassero in giro a uccidere, trans, gay, lesbiche, ecc. Follia narrativa – una follia a cui ci stanno pian piano abituando, come all’idea che le donne siano perseguitate. Addirittura, viene paventato il problema che al reato di omotransfobia si debba associare quello di femminicidio. Come al solito, i cultori dell’arcobaleno, quando vogliono completare il quadro, finiscono sempre per eccedere con i colori. Quello della povera Maria Paola Gaglione è un omicidio. Punto! Se un figlio di puttana mi ammazza perché gli sta sul cazzo quel che scrivo, il mio cadavere vale quanto il suo e quanto quello di chiunque altro. Non è che al reato di omicidio aggiungiamo pure quello di repressione della libertà di espressione e di stampa. Un assassino è un assassino. Conta solo che abbia compiuto il suo atto volontariamente o meno e, in altri casi, se ci siano delle attenuanti – tipo mi aggrediscono, rispondo con un cazzo e lo mando al Creatore. Fine. Il resto sono stronzate. Gli ammazzati sono tutti identici. La faccenda delle aggravanti può valere solo in caso di fenomeni preoccupanti quali il reato di mafia, o di terrorismo, cioè violenze decisamente molto più diffuse e che potenzialmente possono andare a toccare un numero ampissimo di persone – la strage della Stazione di Bologna è un esempio lampante. Il reato motivato dall’omotransfobia è una rarità. Possono esserci più che altro episodi di bullismo ai danni di persone omosessuali, come ce ne sono contro tante persone etero. Vanno condannati entrambi allo stesso modo. Se picchio uno perché non mi piace la sua sessualità o la sua pinguedine, sono sempre e solo un bullo.

La mia paura più grande è che, comunque, il gesto verrà stigmatizzato dandogli grande visibilità mediatica per un unico motivo. Il fratello della ragazza è chiaramente da condannare, ma ipotizziamo che un padre abbia da dire sul comportamento e le scelte sessuali di una figlia, o figlio, a qualsiasi età. Cosa accadrà? Non sarà che magicamente si troverà le manette ai polsi, o una bella multa per transfobia? Non so, io se sapessi che mia figlia di vent’anni ha una relazione con una trans che si prostituisce, o mio figlio della stessa età con una passeggiatrice, mi incazzerei a morte. Direi loro che – umano quanto ti pare –, ma ci sono dei rischi (malavita, malattie sessualmente trasmissibili). Mi sarà ancora concesso, se dovesse essere approvato il DDL Zan-Scalfarotto? E sia chiaro, per i dementi, non sto mica dicendo che intervenire per educare – anche a ventanni, perché oggi a quell’età una è ancora una ragazzina, proprio come un maschio è un ragazzino – voglia dire andare a uccidere l’eventuale trans o prostituta. Solo, io non ci starei e a un figlio gliele canterei con voce da fare invidia a Pavarotti, ma decisamente con più rabbia.

Io questo timore ce l’ho. Anche perché tutta la galassia sinistra ha, secondo me, il segreto intento di sfasciare con qualsiasi mezzo la struttura della famiglia e quindi far venire meno la possibilità di una padre e di una madre di intervenire con forza, se credono che il figlio stia facendo una stronzata colossale. Una cosa è certa: il cadavere della vittima è destinato a non trovar pace e la sua autopsia sarà politica, non medica.

Per farvi capire quali sono i problemi fondamentali – o più probabilmente mentali – di un attivista LGBTQ

In tutto ciò, a ogni modo, quei coglioni di attivisti si sono indignati perché il TG1 ha parlato di “Cira”, in luogo di “Ciro”, riferendosi alla trans, o perché quel cesso di “Open” ha sbagliato due pronomi. Una cristiana è morta e loro pensano ai pronomi. Come dice la nostra incommensurabile amica Francesca Totolo, “No ragazzi, non serve la legge sull’omofobia, ma un corso di scrittura italiana approvato dalla lobby LGBT”.
Non so voi, ma io bestemmierei per una settimana – ovviamente solo in modo petaloso e arcobaleno.

Matteo Fais

5 commenti su “L’EDITORIALE – STRUMENTALIZZERANNO UN ORRIBILE OMICIDIO A FINI PROPAGANDISTICI – IL CASO DI MARIA PAOLA GAGLIONE (di Matteo Fais)

  1. Quanta saggezza amico mio …niente da eccepire in un mondo arcobaleno 🌈 ma anche in un mondo senza l arcobaleno 🌈 questo è solo un tristissimo omicidio …

  2. Figurati che già non sopporto la Sindaca, l’Assessora o la Ministra e ne ho pure discusso con animate ragazze che sostengono che altrimenti non si valorizza la donna ma solo un fottuto maschilismo. Pensa un po’ cosa ne posso pensare della Cira o del Ciro!!!

  3. Mi fa ridere come i progressisti spingano sempre per una società acefala, atomizzata, senza valori fondanti, individualista, ma guarda caso quando la vittima fa parte degli “ultimi” del mondo arcobaleno ( lgbt, immigrati ) la colpa del crimine è di tutti i maschi bianchi eterosessuali.

  4. Se possibile vorrei delle fonti sulla dicotomia trans = prostituzione.

    Ciro era un gigolò? Non ho trovato informazioni a riguardo.

  5. Per quanto riguarda il diritto di mettere bocca sulla vita dei figli: da quello che so in Italia si raggiunge la maggiore età a 18 anni.

    Dopo quell’età un genitore, può decidere di non mantenere più un figlio o addirittura rinunciare alla paternità, ma non certo “urlare con Pavarotti ma con più rabbia”, se non si approvano le scelte di vita di un individuo maggiorenne.

    Ed ecco il caso della poveretta uccisa. Maggiorenne, ha capito di non essere accettata per la sua scelta sentimentale dalla sua famiglia. Quindi se n’è andata di casa, mantenendosi da sola.
    La famiglia non l’ha accettato, e l’ha tormentata fino alla tragedia.

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