GLI ASSASSINI DI WILLY ERANO FASCISTI? STORIA DI TANTI OMICIDI ETNICAMENTE “IRRILEVANTI”
Willy Monteiro Duerte mi ha ricordato Emanuele De Giorgi, il quattordicenne abbattuto con tre colpi alla nuca mentre tentava di proteggere la sorella di nove anni da una banda di rapinatori. Alcuni vengono sulla terra solo per portare la tenebra, progenie di Erebo, entità parassitarie, come le quattro canaglie che hanno massacrato Willy. “Massacrato” non rende l’idea, dovete immaginare scarpe che prendono a calci un corpo, che si piega e si flette a ogni urto.
I quattro assassini, Francesco Belleggia, 23 anni, Mario Pincarelli, 22 anni e i fratelli Gabriele e Marco Bianchi di 25 e 24 anni, sono uomini non pienamente umani. Sono il prodotto di una desertificazione intellettuale ed emotiva, privi di grammatiche interiori e senza senso estetico; adepti lobotomizzati di “denaro, auto e moto”, “unici valori della vita” secondo uno di questi umani non pienamente sviluppati. Automobili, motociclette, culto della forza, muscoli, tutti interessi infantili, al massimo adolescenziali. Quattro infanti crudeli di ottanta chili. Come i bambini, grovigli di pulsioni buone e cattive, bruciano le formiche con la lente o cacciano le lucertole sui muri, loro pestano a sangue un mingherlino. Lo fanno con la stessa indifferenza morale del fanciullo, con il suo sadismo non ancora temperato dalla ragione, dal senso morale e dalle botte dei genitori. Uno di loro, dopo l’omicidio, dopo aver lasciato un corpo disarticolato sull’asfalto, ha postato un video buffo e scurrile. A riprova del fatto che non si è nemmeno reso conto di cosa ha combinato. In lui non ha urlato la sirena del senso di colpa, le sue griglie emotive non hanno recepito nulla.
Quattro bulletti di periferia, imbevuti di quel senso dell’orgoglio spocchioso e cinematografico: “la vita in ginocchio fatela fare agli altri”. Spiriti rattrappiti, ridotti alle sole trivialità della condizione umana. Sorprende che tali esseri, piccole bucce di pelle avvolte attorno al vuoto, siano tanto amati dalle donne, attratte da quella bestialità ornata di orologi pacchiani, berretti con la visiera e macchine rombanti. Il benessere e l’educazione non inciviliscono. Molte donne continuano a essere affascinate dalla prepotenza spacciata per forza, dalla ricchezza contrabbandata per successo, dall’ignoranza smerciata per sicurezza di sé.
I quattro seminavano il panico nella loro città, erano temuti e per anni tutti sono stati in silenzio. Emerge uno dei vizi italici più antichi, ovvero l’accodarsi al più forte, a stare, anche con il proprio silenzio, dalla parte di chi mena, bastona, incrina costole. Lo sapeva bene Montanelli, quando accusava la borghesia milanese di essersi schierata prima con gli squadristi e poi con le Brigate Rosse. Sempre e comunque dalla parte dei bastoni e delle pistole fumanti.
Alcuni dicono che i picchiatori fossero fascisti. Ma si sono mai viste camicie nere tatuate e depilate? Lo squadrismo aveva finalità politiche, i pestaggi dei sordidi di Colleferro non erano che una violenza gratuita e ludica. Tacciare quelle quattro bestie di “fascismo” manifesta la volontà di sfruttare ideologicamente i fatti. Giornali e telegiornali hanno sottolineato anche che i rissosi quattro erano “italianissimi”, quando, in altre circostanze simili, tendono a nascondere l’etnia dei criminali o a non darvi rilevanza mediatica. Filippo Limini venne pestato e schiacciato con l’auto da una banda di albanesi fuori da un locale, ma la sua tragedia non ha trovato spazio, nessuna lacrima di coccodrillo di Mentana e amici. È importante essere italiani solo quando si è carnefici, perché l’obiettivo è demonizzare i propri connazionali. Da ora, ogni discorso sull’immigrazione finirà con la frase: “quelli che hanno ammazzato Willy erano italiani”.
Alla fine di questa vicenda, non rimarrà che un nome, Willy Monteiro Duerte, un atomo di luce annegato dalla tenebra, schiacciato dai calci e dall’abuso mediatico.
Davide Cavaliere
Vigliacchi forse più degli assassini i concittadini che silenti hanno aspettato che un ragazzo morisse per parlare, no anzi che i vigliacchi criminali fossero arrestati.
Volevo dire a questi eroi che i delinquenti prima o poi torneranno libero, a quel punto, voi eroi da social cosa farete?
Rimetterete la testa sotto la sabbia…….