L’EDITORIALE – SESSO CON LA MASCHERINA? NO, GRAZIE, IO VOGLIO SPORCARMI, QUANDO FACCIO L’AMORE (di Matteo Fais)
Sono contento di averle avute tutte quante,/ sono contento di essermele fatte tutte./ Le ho infilate,/ le ho chiavate,/ le ho trombate./ C’erano così tanti tacchi a spillo/ sotto il mio letto/ che sembravano/ i saldi di fine stagione./ […] e io aspettavo,/ tenendomi pronto/ a scopare, fottere, chiavare/ e cantare di nuovo/ in quei bei vecchi tempi/ quei vecchi tempi davvero/ molto molto belli/ prima dell’Aids.
Charles Bukowski, Prima dell’Aids, da The last night of the earth poems
Dunque, vediamo… Dovrei mettere su la mascherina, poi il preservativo. Il gel lubrificante no, per fortuna – mica vado con le ottantenni. Le cinquantenni con cui sono stato, grazie al cielo, funzionavano anche meglio delle giovani.
In compenso, credo che sia richiesto il gel igienizzante, come nei negozi. Non so se prima, dopo, o durante – per quanto io speri sempre in un buon uso del bidet da parte loro.
Il fatto è che qui ridiamo e scherziamo ma, in Canada, la Dottoressa Theresa Tam, direttrice della sanità statale, ha dato delle regole per il sesso sicuro ai tempi del Covid-19 e ho paura che si incazzerebbe, qualora dovesse venire a conoscenza di quanto me ne fotta – dico del sesso sicuro, e già ben prima del famoso virus.
Non me ne voglia la cara dottoressa, ma a me l’approccio sicuro e igienicamente corretto mi smoscia. Adoro lo sporco. Il sordido, nel vero amore – e pure in un sincera scopata -, è delizia. Già il preservativo, mi trasforma in un novantenne cardiopatico. Pensa se a quello ci dovessi aggiungere pure la mascherina, come dice lei. Dai, cazzo, mi faccio una sega, semmai – manco a dirlo, sempre la dottoressa precisa che il sesso maggiormente sicuro è quello con sé stessi. E grazie a codesta grandissima coppola di minchia! Lo credo bene, non è sesso. Come dire che la corsa più sicura da fare in macchina è quella chiusi in garage, sognando la Formula 1. Sti cazzi, sai che divertimento!
Ma torniamo al sesso. No, mi spiace, non se ne parla proprio di farlo sicuro. Ripeto, d’accordo essere puliti, ma solo per sporcare e sporcarsi meglio. Come cavolo la baci la figa in sicurezza? E poi che fai, non ti lecchi le dita, dopo? Stolto, godi solo a metà. Ci sono passerine dolci come caramelle. Ti resta sulla barba un piacevole sentore che va a unirsi ai batteri che già avevi sui peli facciali.
Perché, non vi è mai capitato di leccarle… sì, quell’orifizio… mentre era piegata a novanta, sul tavolo, e con un dito le accarezzavate il clitoride? È una specie di double penetration senza treesome. Estasiante. In particolare se lei, frattanto, mugugna dolcezze tipo “Sei un porco maniaco” e tu non parli perché, oltre ad avere la lingua impegnata, ti ritrovi nella sintetica descrizione.
Lasciamo perdere se capita – così, per avventura – che, tra una penetrazione e l’altra, dopo aver camminato a terra senza scarpe, lei ti masturbi con i piedi nudi. Che le devi chiedere di usare prima gel igienizzante e mascherina pure sugli arti inferiori? Ma fatemi il piacere. Casomai, per dispetto, le bacio i piedini mentre, a margine della scena, un Leopold von Sacher-Masoch dà il suo assenso in estatica adorazione.
Io, comunque, entro senza ghindolo – anche perché ogni volta mi ci vogliono tre minuti per aprire la bustina dei Control XL. Se posso – o meglio, se lei prende la pillola – vengo pure dentro, o in alternativa in faccia. E, in quest’ultimo caso, nella mia fattispecie, ce ne vorrebbe di gel per pulirla dopo, poverina. Per quel che mi concerne, mi sono sempre limitato ai fazzolettini o alle salviette – se non ingoia, ovviamente, altrimenti il problema è più agilmente risolto.
No, credo proprio di non essere un igienista spinto, solo un felice erotomane che, se va con la moglie altrui, evita accuratamente di pensare al rimescolamento della crema. Non indosso neppure la mascherina, se non per andarmi a comprare sigarette e alcool. No, non voglio morire sano. Ai vermi preferisco lasciare qualcosa di indigeribile e marcio. Fino ad allora, mi gusto la fica senza precauzioni, mordo la carne prima della putrefazione. Me ne fotto e le amo senza risparmio di lingua, cazzo e umori. Ah, quasi dimenticavo, da tempo vado solo con donne del Nord, quindi provenienti dalle zone più colpite. Chissà come inorridirebbe la Dottoressa Theresa Tam, leggendomi. Infatti, meglio evitare le mie righe e inginocchiarsi al cospetto del righello, per baciarmelo.
Matteo Fais
L’AUTORE
MATTEO FAIS nasce a Cagliari, nel 1981. È scrittore e agitatore culturale, fondatore, insieme a Davide Cavaliere, di “Il Detonatore”. Ha scritto per varie testate (“Il Primato Nazionale”, “Pangea”, VVox Veneto”). Ha pubblicato i romanzi L’eccezionalità della regola e altre storie bastarde e Storia Minima, entrambi per la Robin Edizioni. Ha preso parte all’antologia L’occhio di vetro: Racconti del Realismo terminale uscita per Mursia. A settembre, sarà nelle librerie il suo nuovo romanzo, Le regole dell’estinzione, per Castelvecchi.