L’UNICO MERITO DEL GOVERNO GIALLOROSSO (di Franco Marino)
Il governo giallorosso un giorno, come ogni fenomeno umano, avrà un termine. Sarà stramaledetto da gran parte del popolo italiano ma vanterà il merito indiscusso di chiudere definitivamente la parabola umana e politica del grillismo che, fenomeno invero non nuovo della politica italiana e caratterizzantesi per l’adorazione acritica del Dio Giudice, la formulazione di questioni di lana caprina (taglio dei parlamentari che significa meno democrazia, taglio dei costi della politica centrale quando i costi in realtà sono altrove) il grande bluff del reddito di cittadinanza – che è in realtà un reddito minimo al quale accede solo chi nella scala sociale è appena al di sopra di chi pratica accattonaggio ai semafori – la pretesa di vendersi come partito scalabile (“uno vale uno”, Rousseau, le quirinarie e stronzate varie) e in generale l’asineria presuntuosa tipica di chi di politica non sa nulla, ha ammorbato il dibattito politico italiano negli ultimi anni.
Il duopolio è ormai PD5Stelle contro Lega. I farlocchi del politicamente corretto contro i forse farlocchi di un sovranismo atlantista, meramente cosmetico e privo di sostanzialità.
Ma francamente è molto meglio così.
Il PD è un nemico, è peggio della grandine per questo paese ma almeno si sa che partito di cacca è. Il Movimento 5 Stelle ha, invece, tradito l’appassionato civismo di milioni di persone che avevano davvero creduto in una salvezza democratica – non me, io il grillismo l’ho visto crescere e mi vanto di averne sempre diffidato – e che adesso se ne tornano con le pive nel sacco avendo così capito, si spera, che la politica è qualcosa di ben più complicato delle semplificazioni da bar e da social che da trent’anni avvelenano il clima di questo paese.
L’ascesa sul proscenio di un povero piazzista come Di Battista degno più dei collettivi studenteschi che delle aule istituzionali, che fa seguito alla triste parabola dello sterminatore di congiuntivi e di mappe geografiche di Pomigliano d’Arco, fa da sigla di chiusura ad un Movimento che se questo fosse un paese normale, sarebbe seppellito da bakuniane risate ma che solo in un paese politicamente analfabeta ha potuto godere di un qualche credito.
Adesso, dopo esservi fatti la guerra per dieci anni, dopo esservi massacrati a suon di dossier, fanghi mediatici, state governando assieme e vi alleerete alle prossime regionali e amministrative. E sia. Distruggete questo paese, stupratelo, sodomizzatelo. Ma poi fateci la cortesia: andatevene a fanculo – stavolta ve lo diciamo noi – senza mai più tornare.
Perché quando ne avrete abbastanza, quando ci avrete stuprati a sufficienza per i vostri perversi godimenti, dovremo riparare tutti i guasti che avrete creato.
Il tutto mentre voi magari, liberi da ogni obbligo di partito, vi strafogherete quei vitalizi un tempo tanto condannati altrove.
FRANCO MARINO