BREVE ELOGIO DELLA CASALINGA, LA VERA DONNA CONTRO IL MERCATO E IL CONSUMO (di Massimiliano Costantino Esposito)

La sfida dell’uomo, come della donna, è quella di non essere funzionale al Mercato, e dunque ai dogmi comportamentali e culturali imposti geneticamente da tali sistemi. Capaci di portare entrambi ad un irreparabile scontro frontale pilotato dall’alto. In cui lo pseudo campo di scontro resta il corpo a corpo sui rapporti di forza, sintomo non di avvenuta emancipazione, ma mercificazione capitalistica dei corpi, dei legami, della retorica di possesso, di profitto. In una parola, di potere. Si parte con la logica della protezione delle minoranze, già inaccettabile e delegittimante, per puntare direttamente all’ambizione della superiorità. Del dominio. 

Nelle rivendicazione di genere, a volte legittime, diverse volte meno, insieme ad alcune branche dello pseudo femminismo orientato all’ultra capitalismo, c’è insomma una lotta di genere col sesso opposto è finalizzata all’abbattimento della figura maschile. Non in ordine di equità identitaria, ma di sostituzione antropologica e di distruzione per sottomissione, di un ipotetico, quanto irreale, mondo patriarcale ormai scomparso. 

In questo panorama, il ruolo della casalinga, una figura che in un solo sostantivo riesce a contenere tutti i lavori del mondo, è stato quasi dimenticato e ghettizzato nella lotta di genere perché avvicinato a condizioni ancestrali di non compatibilità col mondo postglobale. Ruolo fondamentale pedagogico e di crescita cognitiva familiare, vessillo contro reificazione ed atomizzazione dell’individuo glebalizzato ed indottrinato al consumo. Ci vorrebbe un disegno di legge di reddito statale per chi decide di esserlo liberamente, come indicatori di welfare, come coefficienti identitari rispetto all’instabilità del caos. Dignità e rispetto per chi ha dato il meglio di sé stessa alle nostre generazioni, e a quelle a venire.

Massimiliano Costantino Esposito