Il Detonatore

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LA CENSURA SOCIAL DELLA DESTRA (di Davide Cavaliere)

Chiunque abbia opinioni conservatrici, nazionaliste, antifemministe o tradizionaliste, è andato incontro a blocchi su Facebook. Sono i cosiddetti “ban”, che colpiscono in modo discriminatorio, ingiustificato e aleatorio, quanti esprimono opinioni non in linea con la catechesi progressista, che ci vuole tutti fedeli adepti del nuovo ordine morale della correttezza politica. Tali blocchi non solo minano la libertà d’espressione del singolo individuo – il fatto che si tratti di un’azienda privata non esonera dal rispetto delle libertà fondamentali -, ma sottendono anche strategie subdole orientate a ridurre la visibilità della pagine di destra e la loro portata. 

Facebook si comporta così, strangola lentamente il dissenso, in modo da non causare grandi proteste contro il suo operato. Le pagine conservatrici sono bollate e segnalate come contenenti “notizie false”, ma questo non accade a quelle di sinistra, che possono pubblicare qualsiasi falsità, purché tinteggiata dei colori arcobaleno o contente i lemmi magici del “progresso” e dei “diritti umani”. 

Facebook, ma anche Google e YouTube, si è dotato di una polizia segreta che blocca, segnala, demonizza e censura le opinioni di destra. Il più famoso dei social media, che ambiva a essere una agorà digitale, si rivela un Gulag colorato di rosa. Come disse una volta Robert Conquest, parlando delle università americane: “Qualsiasi organizzazione non esplicitamente di destra prima o poi diventa di sinistra”. Facebook è sempre meno uno spazio plurale. Assomiglia, sempre più, casomai, a una monocultura d’informazioni e contenuti ogni volta identici. Un immenso archivio digitale che custodisce il Verbo progressista – qualunque deviazione dalla dottrina ufficiale risveglia le Erinni e le tricoteuses della censura

Sul lungo periodo questo atteggiamento risulterà fatale ai colossi digitali. Per vivere dipendiamo da informazioni accurate su ciò che ci circonda. Nelle società in cui le informazioni sono distorte e soppresse dai regimi totalitari, le persone di solito muoiono in gran numero o falliscono miseramente, sotto ogni profilo: economico, culturale, sociale, sessuale

La sinistra, per impostazione predefinita della sua natura ideologica, è incline a manipolare i dati in modo da adattarli alla sua agenda politica, anche a spese della maggioranza della popolazione. Come si è detto più volte, essa è un messianismo secolare, una religione laica che pretende di custodire la verità della storia. La sinistra è ossessionata dalla regolamentazione di tutti i prodotti e servizi, essenziali o meno. Adesso si appresta anche a imbrigliare le informazioni e i social media nella sua rete ideologica, convinta, così, di operare per il Bene e il Progresso

L’espediente incostituzionale e ingannevolmente chiamato “incitamento all’odio”, o “bullismo”, e viene utilizzato per sopprimere il discorso conservatore dagli algoritmi incorporati nei codici della trinità della Rete: Facebook-Google-Twitter. Lo stesso espediente è anche ampiamente utilizzato oggi dalla polizia del linguaggio in molte organizzazioni, comprese entità educative e governative. È apparsa una vera e propria industria di “osservatori sull’incitamento all’odio”, ovvero diffamatori professionisti, che compilano dubbie liste nere, che vengono poi utilizzate come guida dal cerbero del “Progresso”, Facebook-Google-Twitter, e dai media mainstream per mettere a tacere o screditare le figure conservatrici

Prima che la destra venga cancellata da Internet e mutilata della possibilità di esprimersi pubblicamente, gli avversari del progressismo dovrebbero mettere in atto una controffensiva seria, smettendola di fingere che non sia nel mezzo di una guerra a tutto campo condotta dalla sinistra contro tutto ciò che non rientra nei suoi canoni. Come diceva Edmund Burke: “Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione”.

                                   Davide Cavaliere 

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