Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

APOLOGIA DEL REDPILLATORE – LE FEMMINISTE NON VINCERANNO (di Matteo Fais)

Spesso non condivido certe loro opinioni. Non peraltro, ma capita sovente che ci sia l’esagitato che trascende – e vabbè, coglioni ce ne sono ovunque. Ciò non toglie che “Il Redpillatore”, questa blog e l’annessa pagina Facebook, dia ottimi spunti di riflessione. Il ragazzo è sveglio, sa i cazzi suoi. La sua logica è stringente, brutale, politicamente scorretta. La sua analisi del “commercio” tra i sessi è tutt’altro che stupida, anzi. Casomai, è impietosa, smascherante. Chi ci scrive deve conoscere bene la natura umana. Chapeau!

Ovviamente, il blog in questione fa girare di clitoride le femministe. E, siccome queste sono tendenzialmente delle sinistrate animate da una patriarcale pulsione stalinista, l’intento delle loro miserabili esistenze è far scomparire la pagina Facebook – col blog non possono. Purtroppo, l’ho detto ma lo ripeto, un sinistro ha paura della democrazia, del confronto, della dialettica. La differenza fondamentale tra noi e loro è ontologica direi: quelli vogliono far chiudere tutte le testate e gli spazi con cui cui sono in disaccordo; noi desideriamo semplicemente vederci riconosciuta la libertà di criticarli. Ma ci accusano di fascismo, perché non sopportiamo di essere censurati da questi quattro cretini. La verità è che, anche se non sei una camicia nera, questa gente ti aizza a diventarlo, perché la loro strategia da ex Unione Sovietica fa salire il male dentro. Queste merde segnalano e boicottano. Sono solo dei poveretti insicuri. Se dovessero affrontare chi non la pensa come loro senza avvalersi di pistole virtuali per azzopparti, finirebbero in ginocchio dopo tre minuti.

Adesso, non ho ben capito se siano riusciti a farti chiudere la pagina, o se sia stata tu a oscurarla, per un giorno, perché le infami avevano organizzato una segnalazione di massa. Ciò è secondario. Io ti invito a non cedere. Dobbiamo lottare per la libertà d’espressione, costi quel che costi – e ripeto, costi quel che costi. Denunciamole, loro e gli insulsi zerbini di cui si circondano per farsi forza. E tu continua a smascherare le loro strategie per ridurre l’uomo occidentale all’ombra di sé stesso. Tanto è per quello che ti danno addosso, perché hai rivelato il loro diabolico piano di sottomissione che niente ha a che fare con la parità dei sessi. Quelle vogliono metterci sotto, amico mio. Sono talmente avvelenate da qualche delusione amorosa subita in adolescenza che l’irritazione intima ancora non le abbandona. 

Del resto, basta guardarle. Osserva come si agitano, la loro foga omicida nei tuoi confronti. Oh, sia chiaro, non dici sempre delle verità rivelate e sei decisamente sommario quando parli di bellezza oggettiva – e sì, obiettivamente, tagli i concetti con l’accetta spesso e volentieri, invece che col coltello per il sushi. Ciò nondimeno, ci azzecchi, almeno per grandi linee, pur trascurando l’esistenza di una sottocomunità femminile diversa da quella delle solite asinelle. Ma mi fai divertire, quando le triggheri. Si vede che sono sempre sedute sulle spine. Partono in picchiata perché si vedono messe all’angolo. Lo so, perché lo fanno anche con me. Le femministe mi odiano e, per mia fortuna, molte femmine mi amano. Mi mandano gli screenshot contro di me che scrivono i cuckold, o le loro “padrone”. Mi dicono: “Dai, Matteo, smerdale che voglio ridere di queste stronzette”. 

Perché la verità, caro Red, è che abbiamo anche molte donne dalla nostra. Sono tutte quelle a cui fa schifo mettersi lo strap-on per sodomizzare un maschio, solo perché il pischello le ha mollate a 14 anni e il cuck si sente in colpa per tutti gli uomini. Le mie amiche, per esempio, leggono i miei scritti e i tuoi. Alcune, per carità, ti criticano, ma non si sognerebbero mai di segnalarti, perché sono ragazze equilibrate e amano noi veri uomini. 

Rispondiamo anche noi facendo come loro segnalazioni di massa. Schiera le fila dei tuoi seguaci, come io faccio coi miei. Se vogliono giocare sporco, noi dobbiamo fare altrettanto. Nessuna pietà, fratello. Queste poveracce devono imparare la democrazia. 

E fregatene delle critiche di queste femminucce dai capelli rosa e dei loro altrettanto colorati amichetti. Ricorda cosa mi disse Feltri in un’intervista: “Alla fine, chi è che mi critica? Quattro sfigati di Sinistra”. Infatti, non sono niente di più: quattro poveracce incapaci di lubrificare e votanti per il PD.

Un abbraccio

Matteo Fais

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