CON LA SCUSA CHE “L’ODIO NON È UN’OPINIONE” – SUL DDL ZAN-SCALFAROTTO E LA LIBERTÀ DI OPINIONE (di Matteo Fais)
La prima cosa da imparare, se sei italiano, è di non fidarti mai di nessuno. Naturalmente, LGBTecc compresi, che certo non meritano di essere discriminati in tal senso. Sono anch’essi italiani e quindi, se possono, quatti quatti, te la tirano a loro volta in quel posto.
La verità, come sempre, è che bisogna guardare alle dichiarazioni ufficiali con un certo sospetto. Il diavolo – da intendersi in senso metaforico, perché qui mica siamo tra bigotte di paese – si nasconde nei particolari. Sinistre e propaggini varie – quindi anche la suddetta comunità – sono abilissime nel nascondere le loro reali intenzioni, celate dietro degli intenti apparentemente nobili. Questa è gente che, mentre ti vuole tagliare pensioni da fame, o togliere fondi per i diversamente abili, ti spara a tutto volume, dalle casse, Bella ciao o La canzone popolare. Insomma, si tratta di professionisti della presa per il culo.
Provate ad andare nei siti, o nelle pagine Facebook, di chi porta avanti la battaglia per la legge contro l’omotransfobia. Quando sono tra di loro, in branco, si lasciano andare molto di più, rivelandosi per ciò che sono. Prendete tale Fabio Marrazzo – no, non è quel Marrazzo lì, quello che presentava il tg e presenziava tra i trans. Leggete un po’ cosa dice in merito a eventuali modifiche del DDL: “Apprendiamo dalla stampa, che in commissione Giustizia c’è una maggioranza trasversale che propone una modifica al testo base della legge contro l’omo-bi-transfobia che escluda dal reato ‘la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni’ praticamente una licenza a discriminare in base alle proprie opinioni. Al momento questa proposta congiunta non è stata ancora formulata, e ci auguriamo che ciò non avvenga perché significherebbe sancire per legge la libertà di discriminare, un regalo a #Salvini # Meloni ed a tutti gli #omofobi. Se fosse vero ci batteremo perché questo non avvenga”. Sorvolo su tutti gli hashtag che aggiunge, in stile bimbominkia, e sull’uso tendenzialmente zoppicante e scriteriato dei segni di interpunzione.
Che vuol dire ciò che ha scritto? Il senso è chiaro a chiunque sappia – o voglia – leggere. Qui non è questione di sanzionare atteggiamenti violenti ed esecrabili, quali malmenare qualche malcapitato omosessuale che scambia baci e carezze per strada con il suo partner. Qui si tratta di controllo del pensiero, perpetrato con la scusa che “l’odio non è un’opinione”, come sono soliti dire loro. Qualunque conoscitore dell’animo umano sa bene che odiare e compiere gesti d’odio sono cose ben diverse. Voi potreste dire “Questo articolo mi fa schifo e detesto i reazionari che scrivono cose simili” e ciò sarebbe sacrosanto. Diverso sarebbe se a una simile considerazione voi faceste seguire minacce e intimidazioni, oltre ovviamente ad aggressioni fisiche. Ma se io volessi impedirvi di pensare che quanto scrivo non sia di vostro gradimento, quello non sarebbe neppure fascismo, ma il solito atteggiamento dei comunistelli. È chiaro che questa gente non vuole semplicemente che siano interdette le azioni violente – cosa che, peraltro, è già sancita in Costituzione, per qualsiasi orientamento sessuale –, ma limitare il sentimento umano. I sinistri preparano da tempo il terreno. Pensate a tutta la campagna contro l’odio orchestrata dalle Sardine. Anche in quel caso, in questione non erano i gesti efferati ma il pensiero.
La direzione è chiara, ma forse voi non siete ancora convinti e pensate che questo sia complottismo. Allora, andiamo insieme a leggere i commenti di chi ha scritto sotto il post di Marrazzo. Tenetevi forte. “Io credo che la nostra potente comunità LBGTQ+, sia abbastanza matura per creare un proprio esercito ed iniziare a pattugliare le strade. Sogno un impero libero dalle oppressioni omotransfobiche, e libero di agire con le leggi del rispetto verso il prossimo. La battaglia sarà lunga e spietata ma alla fine le strade saranno cosparse di arcobaleni e finalmente potremo rivendicare un pezzo di terra dove iniziare a costruire la nostra nazione… tutti i componenti della comunità lgbtqplus saranno ammessi all’interno della nostra nazione, e avranno asilo politico tutti quei ragazzi e ragazze che non possono vivere la propria sessualità liberamente. Io l’ho buttata lì, adesso pensateci e proponete…l’esercito arcobaleno è solo l’inizio… in 10 anni conquisteremo il mondo e lo salveremo da se stesso”. Direi che in questo caso, l’uso discutibile della punteggiatura è l’aspetto meno aberrante. “L’esercito”? “Pattugliare le strade”? Ci manca solo un Duce arcobalenizzato ed è fatta.
E questo è niente. Lascio poi alla volontà di ognuno di andare a leggere online altri commenti, nelle più disparate pagine. A tutti noi che abbiamo ancora un po’ di buon senso preme ben altro: la dittatura dei buoni sentimenti che si apre all’orizzonte. Non so voi, ma io ho paura. Questi sono pazzi.
Matteo Fais