Il Detonatore

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L’IDIOZIA DELLA CENSURA AD ALTAFORTE E CASAPOUND (di Franco Marino)

Leggo la notizia della censura da parte di Facebook di Altaforte, la casa editrice legata a Casapound e leggo come la notizia stia provocando sconcerto, cosa che si vede dal fatto che in meno di un’ora già mi hanno scritto una quindicina di persone chiedendomi un parere.
Cercherò di essere conciso ed efficace per quanto possa, anche se ci sarebbe tantissimo da dire visto che questo è l’ennesimo capitolo di una deriva censoria che ormai ritengo inaccettabile.

Censurare CasaPound e Di Stefano soltanto perché sospettati – ad minchiam, peraltro – di essere un movimento eversivo e di propagandare odio (Facebook non spiega il perché ma immaginiamo che quella possa essere la ragione) oltre ad essere incostituzionale è anche profondamente sciocco.
La questione può essere affrontata da più punti di vista, quello legale e quello meramente sociopolitico e pratico.
Sul piano legale, Facebook ha violato la Costituzione che prevede, chiaramente, all’articolo 21, che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Tra l’altro sia Casapound che Forza Nuova sono partiti riconosciuti dal Presidente della Repubblica che hanno tutto il diritto a concorrere democraticamente.
Tra l’altro i giudici hanno di fatto dato torto al social network di Palo Alto imponendogli di riabilitare i profili sospesi. Ad oggi, l’unica riattivazione è stata quella della pagina. Hanno sospeso anche profili di persone non direttamente legate a CasaPound. Si pensi alla coraggiosissima giornalista Francesca Totolo che sta realizzando inchieste sul mondo dell’immigrazione che la mettono in grave pericolo (in un paese normale sarebbe lei la scrittrice e giornalista più riverita, non Saviano), ai parenti dei dirigenti (un nome a caso, Monica Mattalini madre della dirigente di CasaPound Carlotta Chiaraluce)
Tutto questo per dire che questa storia che Facebook è un’azienda privata e può censurare chi cazzo gli pare, è una balla.
Facebook ospita uno spazio aperto al pubblico che, in quanto tale, deve soggiacere a determinate leggi e tra queste c’è, per l’appunto, la tutela dei diritti costituzionali di chi frequenta quello spazio.
E su questo c’è poco da dire.
Lo staff di Facebook da un anno, in questo senso, commette reati.

Poi c’è l’aspetto meramente pratico e sociopolitico.
Io quelli di CasaPound sia pure limitatamente alla virtualità li ho conosciuti un po’ tutti, di loro posso dire che hanno certamente i loro difetti, tendono ad una certa spocchia ma di sicuro se si cerca violenza, il problema di Casapound è al limite proprio l’opposto. Sono, ad oggi, l’ala più colta e purista del sovranismo italiano, i loro dirigenti e militanti posseggono una cultura profondissima alla quale purtroppo non si associa un’adeguata “cazzimma” politica, una sufficiente capacità di leggere la società e la conoscenza minima delle logiche della tattica politica, che invece, per dire, Salvini conosce alla perfezione.
CasaPound si limita a rivolgersi ad un sottoproletariato che, per quanto esistente e crescente, è ad oggi altamente minoritario.
La Lega, molto più furbescamente, ha fatto proprie le ragioni di un ceto medio in fase di impoverimento, impaurito ma ancora abbastanza ricco. E’ per questo che vince.
Quelli di CasaPound li ho votati in passato, non li rivoterei per varie ragioni (anche personali, che credo di aver già spiegato) ma ad oggi resta l’unico voto finora del quale non mi sia mai vergognato in vent’anni che ho diritto di voto.
Perché hanno tutti i limiti del mondo. Ma sono persone perbene.

Chi teme che il pericolo venga da loro, semplicemente è un povero fesso.
E’ come censurare il termometro solo perché segna la febbre e illudersi che nascondendo la febbre, sparisca la malattia.
Puoi riempirti di dosi abbondante di tachipirina, magari la febbre passa ma la malattia rimane.
E la malattia che provoca il successo dei partiti più radicali non solo non è stata estirpata ma anzi sta addirittura peggiorando.
A quel punto quando hai fatto fuori Di Stefano ma al suo posto subentrerà qualcuno molto più aggressivo, politicamente più abile di lui, carismatico e soprattutto in grado di capire che da questa situazione nella quale il paese è impantanato non se ne esce con le buone – e nel suo agire si sentirà autorizzato dalla censura subita a sovvertire le regole della democrazia – allora quello sarà il momento in cui chi detiene le chiavi del sistema capirà che se la pancreatite non viene curata ma anzi si pensa unicamente ad eliminare la febbre e il dolore con la tachipirina, tempo pochi mesi e diventerà un tumore al pancreas.
A quel punto, i padroni del vapore della democrazia scopriranno che se la malattia è divenuta mortale e incurabile, la tachipirina se la possono ficcare solo nel buco del culo.
Che sì, in alcuni casi si mette anche lì, ma con un tumore al pancreas serve a poco.

Spero di aver chiarito come la penso.

FRANCO MARINO

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