Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

RIVOLTA E RIVOLUZIONE (di Franco Marino)

Sono più che mai convinto che da questa situazione non se ne esca con le buone. Il punto è intendersi su cosa si intende con le cattive. Molti pensano che significhi versare sangue. Ed è un catastrofico errore. Le rivolte di piazza, estranee alla mia cultura e al mio modo di vedere, sono DA SEMPRE inutili. Spesso sono eterodirette da qualcuno che ha scopi diversi da quelli ufficiali, quasi sempre vengono soffocate nel sangue e danno il pretesto al potere di accentuare la sua deriva liberticida.
Altra cosa è la rivoluzione. Che diversamente dalla rivolta, non si limita a disarcionare il potere ma ne mette un altro al suo posto. E molti oggi sembrano aver voglia più di menare le mani che cambiare le cose. Sì, le mani bisognerà menarle, il sangue bisognerà versarlo: ma solo nella fase finale. E se le cose sono fatte perbene, forse non ce n’è neanche bisogno. Nel mentre bisogna sapere già con precisione il tipo di società con cui sostituire quella che si intende rovesciare.
Diffidate di chiunque proponga rivolte, scontri di piazza. Il nemico che dobbiamo affrontare è psicopatico, criminale, cattivo. Ma intelligentissimo e potentissimo. Ha a disposizione soldi, mezzi di comunicazione, coperture di ogni tipo. Va combattuto sul suo terreno, con l’intelligenza. Non serve un Masaniello e neanche un Benito Mussolini. E men che meno un buffone come Pappalardo. Ma un Licio Gelli. Uno che costruisca trame, che crei il cancro che, diffondendosi silenziosamente, metastatizzi il corpo del sistema malato da sostituire. Solo a quel punto dovrà diventare sintomatico. Quando è troppo tardi.
Tutto il resto sono buffonerie, millantature, velleità.
E se non lo capite, andrete incontro ad altre delusioni.

FRANCO MARINO

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