Il Detonatore

Facciamo esplodere la banalità

LA POLITOLOGIA DELLA GATTA (di Franco Marino)

Vivere in giardino mi porta ad essere sempre in contatto con una delle innumerevoli rappresentazioni della natura, nella fattispecie i gatti. Meravigliose bestiole che pur tuttavia sono calate nella realtà di un mondo animale che non prevede per loro le medesime leggi dell’universo umano.
Spesso mi capita di assistere ad una triste scena: una gatta che abbandona i suoi piccoli lasciandoli ad un destino che, a quel punto, è segnato. I piccoli piangono straziati e straziando l’orecchio di chi li ascolta impotente perché non vengono curati dalla madre salvo poi morire dopo uno o due giorni di stenti, di malnutrizione e di totale incuranza. Se una scena di questo tipo apparirebbe assolutamente aberrante nell’universo dei rapporti umani, viceversa in quello dei rapporti tra animali, anche della medesima specie, anche legati da vincoli parentali, è assolutamente normale. Mamma gatta decide di abbandonare un piccolo quando si rende conto che è malato e non ha speranze di sopravvivenza e che occuparsi di un piccolo malato significherebbe trascurare gli altri che sono sani. Spesso – dicono che avvenga nelle prime gravidanze – è la madre stessa a non essere pronta. In un universo di rapporti che non prevede assistenza sanitaria, men che meno gratuita – e tantomeno la solidarietà degli altri gatti – per le partorienti, non è degenere la madre che abbandona un piccolo malato o perchè lei stessa non è pronta ma quella che per curarlo trascura quelli che sono sani. O che, di fatto, ammazza se stessa perchè non è pronta a fare la madre.
Pensando a questo piccolo spaccato di vita, leggo con uno stiracchiato sorriso un articolo del Washington Post che nel criminalizzare i sovranismi spiega come essi siano innaturali in quanto “prevedono la rimozione di una delle caratteristiche dell’umanità, la socialità che si caratterizza per la condivisione delle risorse disponibili” e di come “la solidarietà sia il tratto caratteristico dell’umanità, distinguendo l’uomo dagli animali”.
Peccato che la solidarietà non abbia assolutamente nulla a che vedere con gli afflati moralistici sottintesi dal WP. Essa esiste nella convinzione che vi sia una mutua convenienza come lo sono tutte le sovrastrutture etologiche. Cessata la convenienza, cessano le sovrastrutture.
Il ritorno di fiamma dei sovranismi non ha nulla a che vedere con una deriva egoistica dell’animo umano. E’ semplicemente la reazione dell’uomo che vede mancare per sé e per i suoi familiari le risorse essenziali per la sopravvivenza. Quando l’euro appariva garanzia di stabilità e prosperità, tutti, compresi quelli che oggi lo contestano, vedevano nell’ingresso nella moneta unica il paradiso che li mondasse da tutti i peccati. A quel tempo, l’Europa era il continente più ricco del mondo e fenomeni come il razzismo non apparivano solo deprecabili ma anzitutto anacronistici. Oggi però l’Europa è in gravissima e forse irreversibile crisi, povera di materie prime, fortemente indebitata e dunque può bastare solo a se stessa. Non può prendersi cura di chi non è in grado di farlo da sè. O se decide di farlo, non può essere gratis. “Prima gli italiani” o “first America” o “France avant tout”, non significa essere razzisti ma sottolineare il banalissimo principio che quando si hanno, per dire, tre figli e le risorse bastano a stento per quei tre, non ha il minimo senso professare un umanitarismo che non si è in grado di mantenere. Nessuna madre, anche appartenente al genere umano, accetterebbe di rinunciare al benessere e al futuro di uno dei propri figli per accollarsi un bambino che viene dall’Africa, specie se bambino non è ma è un robusto e pasciuto senegalese. E’ proprio la natura a ragionare così. E abituati come siamo ad esaltarla umanizzarla, divinizzarla, non realizziamo quanto crudeli siano le sue logiche.
Quando Greta, col volto contorto dalla sindrome di Asperger, tuona “ci avete rubato il futuro” esprime una legittima preoccupazione. Ma se la prende con le persone sbagliate.
Ad aver rubato il futuro non sono stati né Trump nè Le Pen né Salvini né la Meloni né Di Stefano né Putin nè Orban, bensì chi ha raccontato ai giovani una realtà che non esiste, a partire da una certa benevolenza della natura che, contrapposta a quei cattivoni degli esseri umani e blandita dalle religioni e dalle innumerevoli morali laiche, ci appare per come l’aveva descritta Leopardi: una matrigna che illude e abbandona. Sino ad arrivare a coloro che hanno costruito un economia sul debito, producendo tanta cartamoneta a fronte di niente, indebitando l’intero Occidente e creando una santabarbara che può esplodere in qualsiasi momento con effetti potenzialmente letali per il mondo come lo conosciamo.
Quando ciò accadrà, quando le ripercussioni che si avranno saranno tali da mettere a repentaglio tutto ciò che avevamo dato per scontato in settant’anni di illusorio benessere, capiremo quella che è una legge naturale indefettibile: l’uomo è il lupo degli altri uomini.
E capiremo che la natura va rispettata, certo. Ma amarla non conviene. Semplicemente perchè non è abituata a soddisfare le illusioni degli sciocchi.

Franco Marino

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