Il Detonatore

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RAGAZZA DI VITA – LE CONFESSIONI DI UNA ESCORT – L’INTERVISTA di Matteo Fais

La prima domanda, dopo la richiesta dell’intervista, è lei a rivolgermela: perché me, perché una escort? La risposta è molto semplice: “Perché persone come te sono tra noi e spesso, come nel tuo caso, sono insospettabili. Perché una escort, come uno scambista o un feticista, è un personaggio borderline: vive nel mio mondo, ma anche in un universo a parte. E poi perché a me interessa immergermi nella realtà più vera, quella che, come l’inconscio rispetto alla coscienza, è nascosta sotto la superficie, ma forse ne è la sua vera ragione. Infine, perché la mia indole è curiosa”.

Così sono riuscito a convincere una giovane donna, di cui fino a poco prima ignoravo la professione, a dialogare con me, senza reticenze, nel rispetto del suo anonimato. Ho fatto domande scomode e ho incalzato, senza crudeltà, ma alla ricerca di qualcosa. Il lettore attento, sono certo, troverà a sua volta un valido motivo per soffermarsi e meditare sulla società in cui ci troviamo a vivere e su ciò che ci circonda. Io, per me, resto della convinzione che valga sempre la pena guardare negli occhi la vita.

Perché hai cominciato?

Questa è la domanda più scomoda. Avevo bisogno di soldi e, soprattutto, mi ero stufata di non averne. Così mi sono detta: cosa so fare? (ride). No, so fare anche altre cose, però questa, sicuramente, mi riesce bene.

E quindi è diventato il tuo solo e unico lavoro?

Attualmente, sì.

Da quanti anni pratichi?

Poco più di un anno.

Precedentemente, la situazione economica, per te, era davvero così difficile?

Sì, sotto la soglia di povertà. Vivevo con poche centinaia di euro al mese, in una catapecchia. Stavo malissimo.

Come si inizia?

Me lo sono chiesta anch’io, in principio. Quindi ho frugato su internet, mi sono informata. Ho cercato di capire come funziona, come si entra nel circuito. Ho compiuto anche degli errori, ho sbagliato.

Come si procede? Si va su un sito e ci si iscrive?

All’inizio ho fatto tanti casini, perché non sapevo neanche io da dove cominciare. Ho dovuto fare vari tentativi. Poi, attualmente, ho la mia pagina…

Su Bakeca.it?

No, assolutamente. Lì il livello è più basso. Ci sono passata anche io per quel sito – ho fatto proprio tutta la gavetta. Ora, sono su escort-advisor.com. Sai, via via che entri in quel mondo, siccome ci sono tante persone che ci guadagnano, iniziano a contattarti…

Chi ci guadagna?

Quelli dei servizi legati: chi lavora sugli annunci e la pubblicità, essenzialmente. Ma anche i fotografi, che ti contattano per sapere se hai necessità di un servizio fotografico – non c’è neanche bisogno di cercarli, perché ti scrivono loro.

Ma, per entrare su siti simili, ci vuole un certo tipo di foto?

Non necessariamente, però, essendo un lavoro legato all’immagine, sai…

Quindi, scusa, fammi capire: tu ti iscrivi a questo sito, le persone trovano il tuo numero e ti contattano?

Sì. Mi chiamano. Mi scrivono.

Una bellissima canzone di Fausto Amodei sulla condizione delle prostitute e lo stigma sociale a cui sono soggette

Che effetto ti fa quando un cliente ti chiama?

Oramai, non mi fa più nessun effetto. È routine. Passo le giornate a rispondere al telefono.

E all’inizio?

Ero emozionata, ma anche contenta che mi cercassero. Sai, avendo scelto di fare questo lavoro, se ti chiamano, ne sei felice. Certo, all’inizio ti senti un po’ turbata, perché non sai come rapportarti.

Cosa avviene quando uno ti contatta?

Gli do informazioni. Mi assicuro che abbia capito bene tutto. Ma, soprattutto, cerco di carpire informazioni su di lui: che persona è, se ha degli squilibri mentali (ride). Insomma, cerco di comprendere al volo se potrebbe essere potenzialmente pericoloso. Faccio una breve analisi psicologica del soggetto, una cosa molto veloce perché non si ha tempo. Devi anche capire al volo se si tratta di uno che vuole solo farti perdere tempo. Non è che ci sia un metodo. Sono strategie che si acquisiscono con l’esperienza.

E cosa avviene, quando lui arriva a casa tua? Come ti rapporti, in quel momento?

Beh, viene accolto con tutti gli onori (ride). Gli offro magari da bere. Vedo se è nervoso. Cerco di calmarlo. Insomma, sono una brava padrona di casa.

Sono in molti a essere nervosi?

Sì, capita. Soprattutto quelli del Sud. Secondo me, sono più timidi.

Ma, dopo tutta questa introduzione, quando state per avere il rapporto, che cosa avviene: una rappresentazione della seduzione?

Esatto. Allora, mi spoglio. Lo accarezzo. Cerco di capire cosa vuole, cosa preferisce. Ho sviluppato un certo intuito nel comprendere chi è più frettoloso e chi più calmo. Poi, comincio a dirigere il gioco – perché sono io a dirigerlo, anche se gli uomini hanno l’illusione che sia tutto in mano loro. Il mio ruolo è attivo, non passivo.

In che senso, tu dirigi il gioco?

Nel senso che si fa quello che dico io.

Toglimi una curiosità, ma non rifiuti mai un cliente se ha pretese che non rientrano in ciò che tu offri?

Certo, io sono estremamente selettiva. Farsi rifiutare da me è molto semplice.

Che cosa ti deve chiedere uno per essere rifiutato?

Dunque, chiedere può chiedere tutto, perché chiedere è sempre lecito. Però, io posso rispondere di sì oppure di no.

A cosa diresti di no?

Alle pratiche estreme, tipo BDSM o Golden Shower. Poi, rifiuto anche il sesso non protetto.

Una cosa che mi chiedevo è: ma la maggior parte degli uomini vogliono solo farsi una scopata, o sono interessati a qualcosa di più?

Dunque, ci sono due categorie: quelli che ricercano qualcosa di più, senza alcun rapporto umano; poi, ci sono i clienti con cui metto in pratica quella che in gergo viene definita la Girlfriend Experience. Con loro non è assolutamente solo sesso. Capita che delle volte si vada fuori a cena oppure si stia lì al bar, di fronte a un caffè. Allora, si confidano. Io li coccolo, come fossi una fidanzata, e si parla di tutto, dalla politica alla vita privata. Mi è capitato anche di discorrere di letteratura, con qualcuno. Chiaramente bisogna avere un certo livello di intelligenza e cultura, tale da poter sostenere un dialogo. E questi sono quelli più assidui. Poi, ci sono una serie di persone che, invece, vogliono un qualcosa di più semplice. E spesso cercano anche altro. Ma, ti ripeto, io le perversioni non le assecondo. La maggior parte, comunque, desidera semplicemente un’esperienza sessuale che io cerco di rendergli il più piacevole possibile. A ogni buon conto, nella mia pagina ci sono tutte le informazioni che mi riguardano. È spiegato cosa faccio e cosa no. È ovvio che, se mi proponessi come mistress, mi chiamerebbero coloro che cercano un determinato servizio. Qualcuno prova, comunque, a chiederlo. Però, sono categorica. Quindi, insomma, è anche chiaro che ho una visione parziale di quelli che sono i clienti delle escort, perché chi viene da me cerca solo il sesso che potremmo definire tradizionale. Comunque, ci sono tutta una serie di cose particolari che faccio…

Per esempio, cosa?

Beh, massaggi, Deepthroat, anale.

CERCATE DI NON DIMENTICARE I VERSI DI FABRIZIO, MENTRE LEGGETE: “Se tu penserai e giudicherai/ Da buon borghese/Li condannerai a cinquemila anni/ Più le spese/ Ma se capirai se li cercherai/ Fino in fondo/ Se non sono gigli son pur sempre figli/
Vittime di questo mondo”

Tra tutti i clienti che sono venuti a farti visita, ce n’è qualcuno che ti abbia schifato e, se sì, perché?

Principalmente, per farmi schifo, uno deve puzzare.

E che fai, nel caso, li costringi a lavarsi?

Io li faccio lavare tutti. Il problema è che certe persone puzzano, anche se si lavano: hanno un cattivo odore della pelle. Quindi, alcuni sono stata costretta ad allontanarli, perché non ce la posso fare. Se puzzano e sudano tanto, non riesco.

C’è mai stato qualcuno che ti sia sembrato viscido e laido?

Sì, però, finché riesco a tenerli in riga e si attengono alle mie indicazioni, li incontro. Poi, se posso, preferisco vedere altri che mi piacciono. Ma, delle volte, ti devi adattare.

Che effetto fa prendere dentro di sé un uomo verso cui non si prova interesse?

Nessun effetto. Semplicemente non lo farei, se non mi pagasse. Mi dico che è lavoro.

Cioè ti estranei, in quei momenti?

Sì, mi estraneo. Non sono sempre coinvolta. Anche se sono bravissima a fingere. Oramai, sono una maga della messa in scena.

Perché, ci sono delle volte in cui invece partecipi?

Sì, ci sono delle volte in cui mi piace – in fondo, sempre di carne son fatta. Addirittura, in certe occasioni, mi sento a disagio, perché alcuni li trovo attraenti. Quindi, provo anche delle emozioni che cerco di contenere, nel tentativo di mantenermi professionale. Però, sì, capita. Comunque, sono contenta se mi piacciono.

E riesci a godere con quelli?

Sì. Ogni tanto, godo unicamente perché il mio corpo ha bisogno di godere. Mi capita di avere un orgasmo anche con personaggi non proprio bellissimi e poi mi domando come sia stato possibile. Evidentemente, arrivo a un livello di saturazione per cui ho bisogno di sfogarmi. Loro sono tutti contenti, ovviamente (ride).

Il momento più squallido che tu abbia vissuto in un contesto simile?

Recentemente, con uno che si è tenuto la mascherina. È entrato che ce l’aveva e io gli ho fatto la battuta ‘Ma che sei venuto per rapinarmi?’. Mi ha detto che voleva tenerla su. Ho cercato di persuaderlo, facendogli presente che, se lo faceva per me, poteva tranquillamente levarsela, ma niente. È rimasto nudo, a un metro di distanza da me, con la mascherina. Abbiamo fatto sesso così. E, anche quando si è approcciato, l’ha fatto come tenendomi a distanza. Era imbarazzante.

Sì, però, questo che tu hai descritto è un episodio più grottesco che squallido. Io parlo di qualcosa di volgare, umiliante.

Beh, sì, ogni tanto c’è qualche buzzurro che magari ti tratta bruscamente. Può succedere, soprattutto a livello di linguaggio. Alla fine, però, sviluppi un certo grado di tolleranza. Non è che puoi sempre fare la principessina. Quindi, anche se certe cose mi danno un po’ di fastidio, so che sto lavorando e le devo sopportare. Ma, la cosa peggiore è quando viene qualcuno che ha problemi mentali. Mi è capitato di avere a che fare con persone che si comportavano in maniera strana e inquietante, e, di conseguenza, anche squallida.

In che senso?

Uno che palesemente aveva più personalità. Ha esordito dicendomi che era un feticista dei piedi e che, quindi, era interessato alla loro adorazione. Malgrado la parafilia, io ho accettato. La seconda volta che è tornato, nella stessa giornata – e già questo è strano –, mi ha chiesto se poteva farsi una canna. Gli ho dato il permesso, malgrado io non fumi. Avevo già visto che era particolare: la prima volta mi era sembrato gay, infatti mi sfuggiva il motivo della sua visita. Parlando sembrava come sgusciare fra i generi sessuali. A un certo punto, la sua voce ha assunto il tono di quella di una donna. Mi diceva delle volgarità pesantissime, peraltro al di fuori dell’attività sessuale. Ho pensato che quella fosse come una sorta di sua seconda personalità e che le parole brutte che mi stava rivolgendo le stesse in realtà dicendo al suo sé femminile. Sono stata costretta a mandarlo via, perché quella voce mi spaventava.

C’è qualcuno che ha cercato di fregarti, al momento del pagamento?

Sì, all’inizio. Adesso non lo fanno più, sono troppo nota e poi li faccio pagare in anticipo. Ma, in principio, era una giungla.

Non ho mai ben capito quale sia la tariffa di una escort, diciamo per una prestazione normale.

Io parto da 100 in su.

E una serata con te quanto costa?

Dipende da che serata…

Una cena insieme, un po’ di chiacchiere e una scopata.

Intorno ai 500 euro. È chiaro che, se mi inviti a un festino, il prezzo sale.

Intendi una festa in cui fai da accompagnatrice?

Sì, esatto. Di solito si tratta di feste private, oppure un addio al celibato. In quel caso, si arriva perfino a 1000 euro, perché è un po’ più impegnativo, anche se di solito la finiscono tutti ubriachi.

Impegnativo perché devi fare sesso con più uomini?

Sì, può capitare. Un addio al celibato dura diverse ore, in cui tu stai lì a far presenza, intrattenimento – più o meno come una ragazza al night – e li fai ubriacare, visto che è anche nel tuo interesse (ride). Spesso ci si trova in una piscina. Lì, metti in atto tutti i tuoi giochetti seduttivi vari. Poi, a un certo punto, arriva il momento più specificamente sessuale che, però, di solito è extra.

Ma fai anche le orge in quelle situazioni?

No, le orge proprio no, però posso compiere atti che contemplano più persone. Certo, me l’hanno proposto, ma, sai, ti propongono tante cose, anche di fare il porno. Però, non ho mai acconsentito a orge o gangbang, perché sono un po’ pesanti.

Quindi, un porno non l’hai mai fatto?

No, per una questione di immagine e poi non è che il porno, oggi come oggi, paghi più di tanto – guadagno certo di più come escort.

Scusa, ma quanti clienti ricevi al giorno?

Sai, non è proprio che puoi incontrarne a decine, se fai qualcosa più della sveltina. Altrimenti, saresti morta. Dipende dalla giornata, comunque. Alcune volte, sono particolarmente in forma (ride). Di norma, due o tre. Ma ci sono anche i giorni in cui non vedo nessuno e quelli in cui apro la porta a quattro o cinque uomini. Se sono proprio galvanizzata (ride), cinque o sei, ma è raro. Naturalmente, se devo fare la serata, durante il giorno, riposo.

NON POTEVA MANCARE: ” […] e ti sembra di andar lontano/ lei ti guarda con un sorriso/ non credevi che il paradiso/ fosse solo lì al primo piano

Adesso che fai la escort, il tuo tenore di vita è notevolmente migliorato?

Sì, anche se le cifre che si leggono sui giornali, riguardo ai nostri introiti, mi paiono spaventosamente gonfiate. Non so se ci siano così tante ragazze che guadagnano tutti quei soldi…

Perché, quanto può essere, a occhio e croce, il guadagno mensile di una escort come te?

Restando bassa, almeno quattro-cinque mila euro al mese. Poi, può salire anche un po’ di più però, ecco, quando leggo di guadagni da ventimila euro…

Sicuramente dipenderà dal tipo di escort. Ci sarà quella che non si muove per meno di 500…

Dipende, perché il mercato è un po’ particolare. Bisogna vedere se riesci a entrare in un determinato giro. E poi, non credere: le persone molto benestanti, e questo penso sia risaputo, sono anche quelle più tirchie.

Suppongo anche che dipenda da cosa una ha da offrire, no? Se si tratta di una diciottenne russa, perfetta, alta uno e ottanta…

Beh, chiaramente io non sono questa russa di cui favoleggi tu. Certo, in determinati ambienti, per una questione di immagine, entrano prevalentemente quelle. Io sono stata in qualcuno di questi posti da altolocati, ma non mi sono trovata granchè bene. Spesso, ci gira la cocaina e io non mi drogo. E poi perché tentano di fregarti, abbagliandoti con il loro benessere… Diciamo che non mi sembrano delle bellissime persone, da un punto di vista umano. Poi, ti ripeto, io ho quasi quarant’anni e non sono russa (ride).

Ti pesa quello che fai? Non preferiresti, che so, avere un lavoro da milleduecento euro alle Poste?

Bella domanda! Sì, mi pesa fare questo. Sono soggetta a frequenti periodi di burnout. Esaurimento, per dirla in italiano. Per cui, mi devo fermare. È un lavoro molto stressante, soprattutto perché hai a che fare con la gente e questa tende a drenarti energie, energie mentali. Inoltre, si tratta di una vita che ti condanna a una quasi totale solitudine e su cui grava lo stigma sociale. Infine, è un’attività non regolamentata. Si vive sempre in questa zona d’ombra, per cui si rischia di essere perseguiti a livello legale. Certo, quindi, che preferirei fare altro – ero una persona con delle aspirazioni. Però, non è che mi sentirei tanto meglio a fare la cassiera a mille e cento euro al mese – anche quella è una vita di merda, nella quale si sopravvive a stento. Io, perlomeno adesso, riesco a vivere bene, se non altro da un punto di vista materiale. Mica è poco!

Ti senti una vittima del sistema, per la scelta di vita che hai dovuto fare?

La parola vittima non mi piace molto. Semplicemente, penso di far parte di questa società e che questa sia, come dire, bacata.

Ma non sei arrabbiata col mondo per la tua esistenza?

Più che altro con me stessa, perché mi dico che non ce l’ho fatta. Avrei voluto essere qualcun’altra e non mi è riuscito. Ecco, mi sento un po’ fallita. Ma, dare tutta la colpa alla società non rientra nella mia forma mentis.

Non pensi che la società avrebbe dovuto metterti nelle condizioni di avere un lavoro dignitoso, con cui mantenerti senza dover fare la escort?

Io penso che la società dovrebbe farlo con tutti, che nessuno si debba trovare in questa situazione, a meno che non lo scelga. Sarebbe comunque già meglio se regolamentassero la professione, senza dover vivere come una delinquente.

Tu le vorresti pagare le tasse?

Sì, almeno in linea teorica. Poi, bisogna vedere a quanto ammontano queste tasse (ride). Naturalmente, resterebbe il problema del giudizio altrui.

E sul piano sentimentale, invece: ce la fai a gestire una relazione?

No.

Non te la sentiresti di stare con uno e dirgli quello che fai?

Il problema è che non lo accetterebbe lui. Sarebbe geloso. Mi è già capitato. Ma è durato pochissimo, malgrado io l’abbia fatto presente da subito. Dapprima ti dicono che per loro non è un problema, ma poi finisce per esserlo. Li capisco.

All’inizio, hai detto che ti è capitato anche di parlare di politica con i tuoi clienti. Da che parte stanno?

Per quella che è la mia personale casistica, a destra.

Matteo Fais

2 commenti su “RAGAZZA DI VITA – LE CONFESSIONI DI UNA ESCORT – L’INTERVISTA di Matteo Fais

  1. Matteo, io ho incontrato escort che sostanzialmente lo facevano perché si tiravano su parecchi soldi e non per necessità. Alcune avevano un lavoro che mantenevano, stipendio di 1200, 1400 euro ma desideravano il lusso dei cinquemila euro al mese. Effettivamente quasi tutte di destra o estrema destra. Reazionarie anche se poi il sesso lo praticavano per lavoro. E a spanne direi che a destra il denaro è un metro per misurare la propria realizzazione. Mai nessuna mi ha detto: è colpa del sistema. Avrebbero voluto sposare uno ricco, tuttalpiù. I soldi e lo sfoggiarli era il loro principale motivo di esistere. Alcune simpatiche, il più aride. Solo un’ucraina, sposata con un anzianotto architetto disoccupato, lo viveva come sua preferenza sessuale quello di organizzare festini. Le piaceva la lap dance e si riteneva una show girl del sesso. E le piaceva vedere godere uomini e donne. In tutte ho riscontrato un solido disprezzo per qualsiasi altro lavoro, sempre associato a stipendi ritenuti da fame (appunto 1200 euro). Tutte spendevano gran parte dei profitti per cose ritenute essenziali: borse da tremila euro, vestiti di marchi di lusso, auto esagerate. Nessuna pensava di accumulare capitale per poi dedicarsi ad altro.

  2. Molto interessante . Non vale la pena buttare via la propria vita per un pò di soldi. E’ un circolo chiuso dal quale non si esce se non con la ferrea volontà di riconquistare la vita e la sua bellezza. E’ meravigliosa la vita, sempre, anche da poveri. Povere donne. Ho pena per loro.

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