L’EDITORIALE – DIALOGARE CON LA SINISTRA? MA SE CI INSULTANO
C’è una cosa che non si potrà mai perdonare alla Sinistra, l’ipocrisia. Almeno, lo dicessero chiaramente. Non si possono mescolare valori costituzionali e strizzatine d’occhio alla violenza. Loro lo fanno e con grande nonchalance. Dicono di essere difensori della democrazia, ma non accettano il dibattito. Vogliono buttare giù le statue come i talebani, ma si ammontano di nobili intenti nel compiere un atto da fanatici religiosi.
Insomma, ma chi cazzo vogliono prendere per il culo questi?! Odiare ti costa, ma solo se a odiare è uno di destra. Se a infangare, calunniare, minacciare sono loro, la Ragione e la Giustizia sono salvaguardate.
La lista è infinita. Tra politici di quell’aria e elettorato ideologicamente accecato, sono proprio gli estremi per una dialettica civile a mancare. La Destra non fa altro che chiamare alla distensione e alla pacificazione, all’allontanamento delle teste calde, mentre loro, anche quando non agiscono in prima persona, mandano i loro scagnozzi. Persino sui social network – che, oggi, sono purtroppo più reali della vita reale – si muovono in branco. Sono il braccio armato digitale di quella galassia. Accerchiano e provocano, trollano senza pietà.
Loro, se c’è da usare un colpo proibito per mettere a tacere qualcuno, non ci pensano due volte. E non crediate che i centri sociali siano altro da loro. Balle! Andate a vedere chi li finanzia e tollera. Certo che poi non sarà il nome famoso del Partito, o un suo immediato sottoposto, ad andare ad aggredire il banchetto per strada. Per quello, basta lasciare mano libera ai ragazzi armati di cannetta e dreadlocks.
No, Signori, non ci può essere nessun dialogo con chi ci darà sempre e comunque dei fascisti. E non si dica che non è così! Quale Destra, dal loro punto di vista, è mai stata democratica? Nessuna. Tutti fascisti. Cambia il nome del’avversario – Berlusconi, Meloni, Salvini –, ma l’accusa resta la medesima: FASCISTA, gridato a gran voce e scritto a caratteri cubitali. E l’insulto, a quel punto, è libero: nano, cicciona lardosa, ignorante.
Se qualcuno ancora pensa che si possa interloquire con gente simile, che dire, buona fortuna! Poi, però, non lamentatevi se vi diranno che quelli come voi, essendo maschi, sono tutti macchiati dal peccato originale come chi nasce in una famiglia di mafiosi; o che, in quanto bianchi, non dovreste andare a parlare delle rivolte della gente di colore perché grava su di voi una colpa inestirpabile. Il dialogo si fonda sulla reciprocità, ma se qualunque scusa diventa valida per screditare le vostre parole fin dal principio, meglio lasciar perdere e rassegnarsi. Con chi si comporta da incivile, è inutile fare i signori. Si verrà schiacciati. Con chi ti grida dietro fascista, mentre sta tirando giù una statua, c’è poco da dire “suvvia, cerchiamo di ragionare e venire a più miti consigli”. Se si viene aggrediti, non resta che rispondere all’aggressione o perire. La buona educazione conserviamola per chi ci offre i pasticcini e mettiamola da parte con chi ci tira le pietre. Certi conflitti sono esecrabili, ma purtroppo inevitabili.
Matteo Fais