IL PIANO CRIMINALE DELLA SINISTRA: RISCRIVERE LA STORIA
Imbrattare e decapitare statue, vandalizzare monumenti e gettare davanti al tribunale della nuova morale scrittori morti da decenni. È la sinistra necrofila e iconoclasta, composta da soggetti desiderosi di riscrivere la storia, per farla più giusta e più etica.
«Etica» è una delle parole magiche del nostro tempo: tutto è ammissibile se diviene «etico», ovvero antifascista e antirazzista, anche il vandalismo e la censura.
I puritani della sinistra sono una grande forza moralizzatrice, lavorano per un mondo igienico, sanificato dai miasmi di un passato ritenuto indecoroso. Sono dei bambini morali, incapaci di accettare il lato «negativo» della storia e desiderosi di edificare una società innocua e dolce come una caramella Mou.
I loro intelletti sono stati oscurati da luoghi comuni stantii e dall’ignoranza della storia più basilare. Hanno arredato la loro mente con pensieri di terza mano e quando parlano, si limitano a ripetere formule desuete confezionate in un altro luogo e tempo. Sono una setta che crede ciecamente ad alcuni dogmi chiamati «multiculturalismo», «accoglienza», «Europa» e «diritti umani».
Lemmi privi di qualunque contenuto, gonfiati di aria e retorica sentimentale. Il cenacolo dei progressisti ha in odio chiunque osi pensare criticamente le espressioni rituali che emettono da mattina a sera. Il tentativo di vagliare e analizzare ciò che è creduto «il Bene», manifesta una disposizione d’animo malvagia. Mettere in dubbio la validità o la bontà di taluni modi di concepire la realtà, significa compiere un «crimine d’odio», un atto così atroce da tramutare in «nemico» chiunque lo commetta.
Coloro che rifiutano il vangelo progressista, fossero anche dei cadaveri, sono eretici e peccatori da perseguitare, disprezzare e insultare. Uomini messi da parte dal Verbo laico della sinistra, destinati a subire la dannazione eterna. L’idea di fondo è che, se nessuno credesse in qualcosa di diverso, non ci sarebbero discriminazioni, disuguaglianze, guerre e povertà. Se tutti pensassero come gli adepti della setta del «Progresso», il mondo sarebbe un paradiso in terra. La sinistra non si reputa una fazione politica, ma si pensa come il vettore per la salvezza dell’umanità.
Nonostante assuma atteggiamenti antireligiosi, essa è un movimento religioso secolare, che pretende tutto il potere, soprattutto quello ideologico, perché ritiene di poter redimere l’esistente. Abbattere le statue degli schiavisti e dei presunti razzisti è un passo necessario nello «smacchiamento» del mondo e rende evidente il carattere religioso dell’operazione: non agiscono diversamente dai cristiani che distrussero i templi pagani o dagli islamici che fanno detonare le statue di Buddha. Si autoidentificano come eletti, apostoli del cambiamento, paladini del Bene che immancabilmente verrà.
La sinistra è un movimento apocalittico, che si pone l’ambizioso obiettivo di riscattare il mondo e riscrivere la storia. È un bulldozer totalitario che avanza schiacciando tutto ciò che ritiene «impuro». Bisogna inceppare questa macchina.
Davide Cavaliere